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di Isidoro Trovato


Corriere della Sera, 12 aprile 2021

 

Dove lo strumento è obbligatorio i ricorsi ai Tribunali diminuiscono fino al 65%. Gli avvocati: noi fondamentali anche nella conciliazione. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, è stata chiara nelle sue linee programmatiche: per affrontare il gigantesco ritardo della giustizia civile sarà fondamentale rafforzare gli strumenti di mediazione dei conflitti. Un'apertura di credito che riapre vecchi dibattiti in seno all'avvocatura italiana in passato tutt'altro che favorevole alla mediazione obbligatoria. "Partiamo da un aspetto di comunicazione - afferma Leonardo D'urso, presidente di Adr center, un organismo di mediazione tra i più importanti in Italia. Non esiste un obbligo di mediazione: per il 15% delle materie della giustizia civile, c'è l'obbligo solo di partecipare ad un primo incontro tra le parti per capire se ci sono margini di accordo tramite mediazione. La decisione di proseguire oltre al primo incontro è sempre effetto della volontà delle parti".

I numeri - In compenso però sono impressionanti i numeri della mediazione, nelle discipline in cui c'è l'obbligo di un primo incontro conoscitivo. "I numeri - continua D'urso - evidenziano che su materie come locazione, successione, usucapione l'utilizzo della mediazione diminuisce il ricorso ai Tribunali dal 35 al 65% dei casi.

Un incentivo alle mediazioni darebbe un impulso allo smaltimento delle cause in corso che è il vero problema che genera lentezza nel nostro sistema giudiziario". Servono incentivi o esistono settori di espansione della mediazione? "Per estendere l'efficacia della procedura - suggerisce il co fondatore di Adr center - ci sono varie opzioni: a cominciare dalla possibile estensione dell'obbligatorietà del primo incontro a tutta l'area della contrattualistica".

L'avvocatura - E poi c'è il tema dei costi: di recente l'unione camere civili ha espresso "preoccupazione per l'ipotesi di introdurre oneri aggiuntivi per l'accesso alla giustizia, che non deve diventare un privilegio per pochi e, soprattutto, per ricchi". Un chiaro riferimento a costi aggiuntivi della mediazione. "Intendiamoci su un punto - chiarisce D'urso.

Quel primo incontro obbligatorio costa circa 40 euro. Se invece parliamo dei costi di un'intera mediazione, si dovrebbe dare attuazione al credito d'imposta per le spese fino a 250 euro per le mediazioni che non hanno avuto buon esito e 500 per quelle andate a buon fine. È una norma che già esiste, bisognerebbe solo finanziarla".

Ma c'è una parte di avvocatura pronta a dialogare e a trovare un accordo. "Gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie- afferma il segretario generale dell'associazione nazionale forense Luigi Pansini - impongono un approccio collaborativo e implicano una competenza del mediatore e dell'avvocato in mediazione che non può prescindere da una costante formazione e da un elevato tasso di specializzazione.

È necessario armonizzare e coordinare i diversi strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, con particolare riferimento ai rapporti tra la negoziazione assistita e la mediazione. Infine, è necessario ribadire il ruolo dell'avvocato in mediazione che deve essere di assistenza, anche per intervenire sul regime di responsabilità, distinguendo la fase giurisdizionale da quella stragiudiziale".