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di Liana Milella


La Repubblica, 12 aprile 2021

 

La vicepresidente aggiunta dei Gip di Milano Ezia Maccora critica la scelta del Csm di ricorrere al sorteggio per i futuri componenti delle commissioni che selezioneranno i giovani magistrati.

Il sorteggio per i futuri componenti delle commissioni che sceglieranno i nuovi magistrati? "Una rinuncia a selezionare i colleghi più adatti, compito affidato al Csm". Quindi un passo che mette in discussione l'esistenza stessa del Consiglio? "Di certo una decisione rinunciataria, perché il Consiglio deve sempre essere in grado di esprimere una discrezionalità trasparente".

Ezia Maccora è il presidente aggiunto dei gip di Milano. È stata gip a Bergamo e ha preso decisioni importanti sul caso Yara. Ma è stata anche consigliera togata del Csm negli anni 2010-2014. Da sempre è di Magistratura democratica ed è vicedirettrice della Rivista online Questione Giustizia. Come spiega a Repubblica il suo giudizio sulla scelta del sorteggio appena fatta dal Csm è "del tutto negativo".

Per una coincidenza oggi, e domani fino alle 14, le oltre 9mila toghe italiane voteranno per eleggere - ed è la terza volta con le suppletive dopo il caso Palamara - un togato del Csm dopo le dimissioni del giudice di Unicost Marco Mancinetti. In corsa Maria Tiziana Balduini, presidente di sezione al Tribunale di Roma, per Magistratura indipendente; Marco D'Orazi, giudice a Bologna, per Autonomia e indipendenza; Mario Cigna, presidente di sezione al tribunale di Lecce per Unicost; Luca Minniti, giudice a Firenze, per Area.

 

Maccora ci dica la verità, lei è contro il caso specifico, cioè la decisione di sorteggiare i futuri componenti delle commissioni d'esame delle giovani toghe, oppure è la parola stessa "sorteggio", e tutto quello che evoca, compreso il rischio che anche i consiglieri del Csm siano scelti con questo sistema, a metterla in ansia?

"Trovo incompatibile la parola sorteggio con l'istituzione Csm, con la sua elezione, le sue prerogative e le sue competenze.

 

Però ammetterà che, politicamente, parlare di sorteggio proprio oggi, alla vigilia della decisione del governo sulla futura legge elettorale del Csm, è come aprire una porta. Non le pare?

"Mi sembra che i consiglieri abbiano precisato che si tratta di una scelta molto limitata che non può essere estesa alla legge elettorale del Consiglio. E non potrebbe essere diversamente. La Costituzione prevede l'elettività dei componenti, e quindi si tratta di una selezione fondata su base fiduciaria perché, nell'esprimere il voto, l'elettore riconosce idoneità, capacità, valenza istituzionale al soggetto che sceglie, il che è incompatibile con una sua individuazione affidata al caso. Inoltre il Consiglio superiore non è un semplice consiglio di amministrazione, ma un'istituzione di garanzia, rappresentativa di idee, di prospettive, di orientamenti su come si effettua il governo della magistratura e su come si organizza il servizio di giustizia. E il sorteggio è decisamente incompatibile con tali prerogative".

 

Lei è stata al Csm, ci spiega perché questa "non scelta" la preoccupa? Ci legge una sorta di rinuncia dei suoi colleghi? Come hanno detto Ciccio Zaccaro e Giuseppe Cascini di Area, che in questo caso sono a favore del sorteggio, "in passato la composizione della commissione ha favorito amici o colleghi di corrente"...

"Ho un'esperienza positiva della nomina dei commissari per il concorso in magistratura effettuata nella mia consiliatura quando nominammo due commissioni. Ci fu una preselezione per titoli che valorizzò le attitudini specifiche-didattiche sulla base di quanto indicato nel bando (titoli scientifici, pubblicazioni di provvedimenti, esperienze didattiche). In quell'esperienza non ho mai riscontrato forzature o opacità nella selezione. E non credo di essere stata Alice nel paese delle meraviglie".

 

Lei cosa avrebbe fatto se fosse stata al Csm? Avrebbe votato per selezionare i futuri commissari d'esame?

"Avrei mantenuto il sistema che valorizzava le attitudini specifiche eventualmente perfezionando ulteriormente la preselezione, ma non mi sarei rassegnata a non scegliere, anche perché non credo che siamo tutti capaci di fare tutto. Ci sono, in ognuno di noi, attitudini diverse che devono essere tenute in considerazione. Il bravo magistrato non necessariamente è un bravo selezionatore o un bravo organizzatore. E non si tratta di fare una graduatoria dei più bravi, ma solo di assecondare le attitudini specifiche per ottenere risultati soddisfacenti nei diversi settori interessati".

 

Nelle vostre mailing list e nelle chat c'è un ribollire di proteste. Ma c'è anche chi - come Andrea Reale di Articolo Centouno - dice sì al sorteggio per scegliere il futuro Csm. Lei lo ritiene un errore, o peggio un vulnus alla Costituzione?

"Il sorteggio per l'elezione dei componenti togati è incostituzionale, come molti costituzionalisti hanno da tempo evidenziato. È il sistema più irrazionale di tutti, sottrarrebbe gli eletti a ogni valutazione di capacità da parte degli elettori e aggiungerebbe la forte componente personale di chi, essendo svincolato da ogni responsabilità, potrebbe sentirsi autorizzato a fare di tutto".

 

Eppure, vede che c'è chi lo sostiene...

"Chi lo propone parte dal presupposto che un bravo magistrato, capace di emettere una condanna all'ergastolo o giudicare una complessa controversia bancaria o societaria, non può che essere bravo anche nel ruolo di componente del consiglio. Ma non è così, si tratta di funzioni molto diverse, e non tutti siamo adatti a tutto. Una cosa è la professionalità giudiziaria, intesa come idoneità all'esercizio della funzione giurisdizionale virtualmente riconosciuta a tutti i magistrati, altra cosa è la capacità di governo e di gestione della magistratura e del servizio di giustizia che è la funzione tipica del Consiglio superiore e che richiede competenze completamente diverse che non possono essere affidate alla sorte".

 

Mi dica la sua impressione: questo Consiglio, e in fondo tutta la magistratura, è sotto schiaffo per la nota vicenda Palamara che si è trasformata, nel giudizio mediatico, nel considerare tutti i magistrati come una categoria dedita a pratiche clientelari?

"La magistratura è un corpo sano e la sua storia importante non può essere riscritta e mistificata. Certo i magistrati sono chiamati oggi a una riflessione profonda sulla crisi dell'autogoverno e dell'associazionismo, ma credo che abbiano tutte le capacità e la forza per farlo, partendo da una seria autocritica in relazione a ciò che non va, ma non rinunciando a esercitare con piena trasparenza le prerogative proprie di un organo di rilievo costituzionale, e senza sentirsi sotto scacco di nessuno. Solo così i cittadini potranno riacquistare fiducia nell'imparzialità dei giudici e nella loro professionalità".

 

Per chiudere con una battuta. Secondo lei la parola "sorteggio" andrebbe bandita dalle future delibere del Csm?

"Credo che il mio pensiero al riguardo sia chiaro".