sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Simona Musco


Il Dubbio, 16 febbraio 2021

 

In un documento l'elenco delle violazioni che hanno la precedenza rispetto a quelli considerate minori: tra queste quelle legate al Covid. Priorità ai "reati Covid". Dice questo il protocollo firmato da Procura e Tribunale di Genova, dove per smaltire il lavoro si è deciso di creare una corsia preferenziale per le violazioni commesse in relazione alla pandemia, a cui dare la priorità assieme ai reati normalmente considerati particolarmente gravi. Un ordine di servizio riservato per pm e giudici, come riporta il Secolo XIX, che riguarda esclusivamente i casi per i quali il pubblico ministero può citare direttamente a giudizio. Il documento arriva all'esito di due mesi di fitti incontri tra le parti ed è valido dal 10 febbraio, stabilendo una scala di priorità tra reati, distinti in "prioritari" e "non prioritari".

Tra le violazioni ritenute prioritarie quelle che, in qualche modo, sono legate agli eventi della pandemia. Dunque trovano spazio i processi a carico di quei datori di lavoro che non hanno provveduto adeguatamente alla sicurezza dei propri dipendenti, chi ha lucrato sulla pandemia sfruttando la vendita di mascherine e disinfettanti, magari facendo la cresta sui costi, e chi ha somministrato farmaci in modo irregolare. Nel documento a firma del procuratore Francesco Cozzi viene sottolineato come "al fine di agevolare la rapida trattazione di talune fattispecie di reato e di selezionare i processi da svolgere, anche nel rispetto delle esigenze di salute e sicurezza davanti alla pandemia Covid-19, si è concordato di introdurre la categoria dei processi prioritari, meritevoli di fissazione anticipata rispetto alla categoria dei processi ordinari".

I fatti più gravi rimangono fuori dalla classificazione, così, ad esempio, viaggiano su un altro binario i reati contro la persona, il patrimonio, la violazione delle norme sugli stupefacenti, le violazioni in materia di pubblica amministrazione o in materia di terrorismo. Il pm dovrà dunque seguire l'ordine di servizio per quei casi di citazione diretta in giudizio, dando dunque la precedenza alle udienze classificate come prioritarie dal documento.

Sono 29, in totale, le "questioni" da ritenere più urgenti, tra le quali il reato di lesioni, anche se con prognosi inferiore ai 21 giorni, se dovute alla mancata prevenzione obbligatoria sui luoghi di lavoro o per colpa medica. Ci sono poi la sottrazione di minori, la sottrazione di persone incapaci, danneggiamenti a seguito di incendio e frodi informatiche, che hanno subito un'impennata proprio durante il periodo del lockdown.

Tra i reati urgenti anche quelli compiuti dai magistrati (la procura di Genova indaga sulle violazioni commesse dai colleghi di Firenze) e gli abusi edilizi, nonché i processi per lesioni stradali e l'omissione di soccorso. Possono essere affrontati in un secondo momento, invece, reati come la guida in stato di ebbrezza, salvo che non sia collegata a incidenti o per i recidivi, i furti semplici - mentre sono tra le priorità quelli compiuti in casa o con strappo.

L'ordine di servizio arriva all'esito di un periodo drammatico per la giustizia ligure, come evidenziato nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "La pandemia - ha sottolineato il presidente vicario della corte d'appello di Genova Alvaro Vigotti - ha avuto notevoli effetti sulla gestione dei processi e più in generale sulla organizzazione dei processi, con un grave rallentamento nel funzionamento della giustizia sia nel settore civile che in quello penale".

Tra i problemi principali, accentuati proprio dall'emergenza, lo scarso numero di aule idonee a celebrare i processi in sicurezza. "Ciò ha determinato la necessità di ulteriori rinvii delle udienze, con la conseguenza di una diminuzione dei processi e un aumento dei tempi di svolgimento di quelli in corso", ha aggiunto Vigotti.

Se, da un lato, si è registrata una diminuzione dei procedimenti penali conseguente al lockdown, dall'altra parte sono aumentati i maltrattamenti in famiglia e gli persecutori, nonché le violenze sessuali. Ma non solo: proprio nel distretto di Genova, sono state molte le indagini sulla gestione dell'emergenza. In primo luogo, per gli eventi conseguiti ai contagi nelle Rsa e negli ospedali sono stati iscritti - a seguito di esposti dei congiunti dei soggetti deceduti e, per le lesioni, delle segnalazioni dell'Inail - procedimenti penali, specialmente nei confronti dei direttori sanitari delle strutture interessate, per i reati colposi di epidemia, omicidio e lesioni, si legge nella relazione del procuratore generale della corte d'appello di Genova Roberto Aniello.

"Si è inoltre ritenuta la necessità di verificare i contenuti dei documenti di valutazione dei rischi (che anche prima della pandemia dovevano prevedere misure per la prevenzione del rischio biologico da infezioni) e il loro aggiornamento dopo la diffusione dei contagi. Ulteriori accertamenti riguardano il rispetto delle regole di precauzione nel corso dell'evoluzione del fenomeno: in particolare la segregazione dei soggetti positivi, la formazione e l'informazione del personale, la fornitura di Dpi".