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di Elisabetta Soglio


Corriere della Sera, 16 febbraio 2021

 

Dalla portavoce del Forum Claudia Fiaschi in giù, ci sono decine di personalità di livello, preparate, competenti, riconosciute e riconoscibili. Su Sette del 29 gennaio scorso Dario Di Vico citava Giuliano Amato, a proposito di nuove classi politiche e dirigenti: "È tempo che il terzo settore la smetta di lamentarsi della mediocrità del ceto politico e dica "Tocca a noi"". Partiamo da qui. Perché l'insediamento del nuovo governo, al quale anche questi mondi hanno guardato con grandissima fiducia e apertura, ha provocato l'inevitabile giro di giostra fra incarichi e deleghe, che ogni volta si traduce in altrettanto inevitabili rallentamenti per le pratiche in corso.

Prendiamo la Riforma del Terzo settore: cantierizzata nel 2016 ha già assistito all'alternarsi di quattro governi e ogni volta bisogna ripartire da capo a costruire una relazione, spiegare l'urgenza, dipanare complicate matasse burocratiche.

Eppure è ormai noto a tutti che anche il Terzo settore sta pagando pesanti effetti alla pandemia e siamo sicuri che il nuovo esecutivo abbia ben chiaro, come è sempre stato chiaro al Presidente Mattarella, quanto sia cruciale il servizio garantito da questi enti. E il tema della coesione sociale citato dal presidente Draghi, è il mestiere di queste realtà.

Forse allora potrebbe essere il momento di coinvolgere qualcuno "del ramo": per battezzare una delega organica del Terzo settore, che copra dall'associazionismo all'impresa sociale, e affidarla a qualcuno che abbia chiaro quali sono i bisogni e quali le urgenze. Qualcuno che potrebbe dare suggerimenti utili su come usare alcune voci di spesa dei soldi del Pnrr perché conosce progetti efficaci, economicamente sostenibili e ripetibili. Serve qualcuno che abbia relazioni già aperte e che sarebbe riconosciuto come interlocutore super partes.

Lo chiediamo anche ai big dei partiti: pensateci. Dalla portavoce del Forum Claudia Fiaschi in giù, ci sono decine di personalità di livello, preparate, competenti, riconosciute e riconoscibili. Si perderebbe meno tempo, si avrebbe una operatività immediata e basata sulle competenze, ci si affiderebbe a chi sa. E scusate se è poco.