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di Benedetta Maffioli


milanopavia.news, 16 gennaio 2021

 

Sono circa 300, tra detenuti e agenti della polizia penitenziaria, i positivi negli istituti penitenziari lombardi. Dai nuovi numeri dell'amministrazione penitenziaria è infatti emerso che i reclusi contagiati sul territorio regionale sono 194, di cui 9 in ospedale; sono invece 90 gli agenti che hanno contratto il coronavirus.

Nell'aera del milanese i numeri sono i più alti: nel carcere di Bollate, i reclusi positivi sono 83, a San Vittore 36, nell'istituto penitenziario di Opera sono, invece, 10. Un problema, causato soprattutto dal sovraffollamento delle strutture, a dicembre, infatti, uno studio presentato dalla Caritas Ambrosiana aveva evidenziato come nelle tre carceri milanesi siano circa 3.400 i detenuti presenti a fronte dei 2.923 posti disponibili.

Un'emergenza carceri che porta alla luce la necessità di organizzare la campagna vaccinale anche per il mondo dei penitenziari. Entro la fine del mese, infatti, il commissario nazionale per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, dovrebbe dare il via al piano vaccinale dedicato alle carceri.

I primi vaccini all'interno delle strutture di detenzione dovrebbero così arrivare in contemporanea con la fase due, finita quella dedicata agli operatori sanitari e agli ospiti delle Rsa. A chiedere, però, un anticipo delle vaccinazioni a detenuti e polizia penitenziaria è la presidente della commissione regionale carceri Antonella Forattini, che ha rivolto al neo assessore al Welfare Letizia Moratti e al direttore generale Marco Trivelli, una richiesta specifica.

"Visti i ben noti problemi di sovraffollamento, il rischio di esplosione pandemica è concreto - ha detto la Forattini - è necessario vaccinare già in questa prima fase del piano vaccinale i detenuti e il personale penitenziario delle carceri lombarde". "Il personale penitenziario - ha inoltre aggiunto - rappresenta un potenziale veicolo del virus, avendo vita propria al di fuori del luogo di lavoro". "Procedere alla vaccinazione di detenuti e personale penitenziario già nella Fase 1 - ha infine concluso - è altresì utile per evitare il rischio di eventuali disordini, che già si sono verificati in molte carceri del nostro Paese".