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varesenews.it, 25 novembre 2020


Il caso arriva in un momento delicato per il carcere di Busto Arsizio, al centro di un focolaio Covid. Il direttore Sorrentini: "Non aveva il Covid ma era cardiopatico. Isolati tutti i positivi".

Sono settimane più complicate del solito quelle che si stanno vivendo all'interno del carcere di Busto Arsizio e la notizia di un decesso avvenuto questa mattina rischia di rendere ancora più difficili i giorni a venire. Un detenuto è stato, infatti, colto da malore questa mattina in una cella di un'area dedicata ai sintomatici negativi al tampone e rianimato sul posto, prima di essere trasportato in ospedale dove è deceduto qualche ora dopo. Ad accorgersi del malore è stato un agente di Polizia Penitenziaria che ha subito dato l'allarme.

L'uomo, cardiopatico e malato di hiv, stava scontando 30 anni di carcere per omicidio. Era risultato negativo a due tamponi nonostante avesse accusato da un paio di giorni una leggera febbre. Il referto indica un arresto cardiaco come causa della morte.

La vicenda è stata raccontata dallo stesso direttore della struttura Orazio Sorrentini che ci tiene a sottolineare il lavoro che è stato fatto nei giorni scorsi dopo che in una zona del penitenziario era scoppiato un focolaio di contagi da coronavirus: "Grazie all'impegno di alcuni componenti di Medici Senza Frontiere eravamo riusciti a spostare e isolare i detenuti positivi sintomatici, quelli asintomatici e coloro che avevano qualche sintomo confondibile con il Covid ma che non erano risultati positivi al tampone".

L'operazione era finalizzata proprio a mettere un freno al contagio all'interno della struttura dove nei giorni scorsi è stato anche iniziato uno sciopero della fame da parte di alcuni detenuti che chiedevano maggiore sicurezza sanitaria e maggiori possibilità di interloquire con le rispettive famiglie, colloqui che hanno subito una stretta negli ultimi mesi proprio per evitare il contagio.