sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

Corriere della Sera, 20 ottobre 2020


Il presidente della Corte d'Appello ha invitato i presidenti dei tribunali del distretto a celebrare i processi con i detenuti da remoto. La settimana scorsa, il detenuto imputato in un processo in corte d'Assise ha rinunciato a partecipare. Altrimenti si sarebbe collegato da remoto dal carcere. Il presidente del tribunale di Bergamo, Cesare de Sapia, ha firmato un decreto che vale dal 14 al 31 ottobre: i dibattimenti con i detenuti, oltre che gli interrogatori di garanzia e di convalida dell'arresto o del fermo da parte del gip vanno fatti in videoconferenza. Una misura d'emergenza, in attesa di protocolli più stretti, dopo le indicazioni del presidente della Corte d'Appello di Brescia, Claudio Castelli, che aveva ricevuto la recente segnalazione di due detenuti positivi nel carcere di Bergamo e di cinque nel carcere di Brescia.

"Ma ora siamo a zero casi", rassicura la direttrice di via Gleno, Teresa Mazzotta. I due segnalati erano asintomatici: "Erano compagni di un detenuto che aveva avuto sintomi di influenza, poi regrediti, e che una volta sottoposto al tampone per il Covid è risultato negativo". Comunque, indipendentemente dal decreto del presidente del tribunale, il rischio che in aula arrivino detenuti positivi è scongiurato dai controlli a monte. "Se il detenuto vuole partecipare all'udienza, 48 ore prima viene sottoposto al tampone, per la tutela degli agenti, dei magistrati, degli avvocati, del personale - assicura Mazzotta. L'esito è veloce. Se una traduzione viene disposta in tempi stretti e non siamo in grado di avere il risultato, ma di solito sì, allora il detenuto non va in udienza".

I due segnalati non sono i soli positivi di via Gleno. "Da febbraio ne abbiamo avuti sette, diversi non confermati- ricapitola la direttrice -. Solo due con sintomi: uno è stato portato in ospedale per sicurezza ed è rientrato dopo una settimana; l'altro, con patologie già note qui, è stato curato in struttura. Degli altri cinque, tre erano nuovi ingressi". Nel mondo parallelo dei colloqui con i parenti ridotti a un incontro al mese, oltre alle videochiamate, i nuovi arrivati vengono prima inseriti in una sezione separata e sottoposti a un doppio tampone: "Abbiamo un protocollo rigidissimo, per la serenità di tutti".