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di Giulio De Santis


Corriere della Sera, 11 ottobre 2020

 

Regina Coeli, dal giudice ordine di liberarlo. Valerio Guerrieri, 22 anni, nel 2017 era stato definito dal perito del Tribunale "ad alto rischio suicidario" per problemi psichici. La direttrice di Regina Coeli, Silvana Sergi accusata di non aver disposto subito il trasferimento in una Rems, come deciso dal giudice.

La direttrice del carcere di Regina Coeli, Silvana Sergi, rischia di finire sotto processo per la morte di Valerio Guerrieri, impiccatosi in cella, a 22 anni, il 24 febbraio 2017. Il giovane non avrebbe dovuto trovarsi dietro le sbarre poiché dieci giorni prima il Tribunale aveva deciso che fosse liberato. Appunto perché a rischio suicidio. Ma secondo l'accusa la direttrice non ha eseguito il provvedimento. I reati contestati: morte come conseguenza di un altro delitto, omissione d'atti d'ufficio e indebita limitazione della libertà personale.

A formulare l'accusa il gip Claudio Carini, che ha imposto l'imputazione coatta respingendo per la seconda volta la richiesta di archiviazione della Procura. Ora il pm Attilio Pisani dovrà chiedere il rinvio a giudizio della direttrice e di Grazia De Carli, dirigente dell'ufficio VI della direzione generale detenuti del Dap, accusata a sua volta di morte come conseguenza di un altro delitto e omissione d'atti d'ufficio. "Valerio avrebbe potuto essere ancora vivo, per questo ci siamo opposti a ogni richiesta di archiviazione", dice l'avvocato Claudia Serafini. Per la morte del ragazzo già sono sotto processo sette agenti della penitenziaria di Regina Coeli e un medico, accusato di omicidio colposo per non aver controllato in cella il ragazzo sottoposto "alla misura della grande sorveglianza".

Il suicidio è l'ultimo atto di una storia drammatica. Valerio incappa più di una volta in qualche guaio con la giustizia perché cleptomane. Nel 2014 il Tribunale dei minori lo dichiara incapace di intendere e di volere. Per qualche tempo sembra migliorare, ma nel 2016 la situazione precipita. Arrestato per resistenza e lesioni durante un inseguimento, viene trasferito in una Rems, per poi far ritorno a Regina Coeli.

Il 14 febbraio 2017 il giudice Anna Maria Pazienza lo condanna a quattro mesi, ma in aula il perito afferma che "il paziente è ad alto rischio suicidario". Analisi che spinge il giudice a ordinare l'immediato ricovero in una Rems. La ricerca è affidata alla funzionaria del Dap: il 16 febbraio viene selezionata la Rems di Subiaco, che però non ha posto. Dopo quel giorno di altre ricerche non c'è traccia, come sottolinea il gip.