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di Ilaria Carra


La Repubblica, 25 agosto 2020

 

Era stato fermato per un tentato furto. Il 42enne era in una stanza da solo in attesa di fotosegnalamento. Si è tolto la maglietta, l'ha legata alle grate della finestrella della stanza vuota e l'ha stretta al collo. Quando gli agenti l'hanno trovato era già troppo tardi.

È morto così un uomo di 42 anni all'interno di una delle sale d'attesa dove si aspetta per accedere al fotosegnalamento in questura. Sono in corso gli accertamenti per verificare le eventuali responsabilità degli agenti legate alla sua mancata sorveglianza.

L'uomo, A.B., senza fissa dimora con base in zona stazione Centrale, di origini algerine, senza documenti e con precedenti per furto e stupefacenti, era stato fermato ieri mattina intorno alle 10 in via Felice Casati, in Porta Venezia, mentre con un marocchino di 23 anni, "stavano rovistando tra alcune auto in sosta" spiega la questura in una nota. La volante era intervenuta su segnalazione di un cittadino. Un intervento fino a quel momento come tanti, dicono dalla questura. I due uomini sono stati portati in via Fatebenefratelli e sottoposti a un fermo per identificazione.

La procedura cioè per stabilire le generalità di chi non ha documenti o è indagato. In questo caso, i due sarebbero stati indagati per tentato furto e rilasciati dopo poche ore. Così, l'algerino e il marocchino sono stati messi in due camere differenti. In gergo nelle camere dei fermati, che in tutto sono quattro, al primo piano: sale con solo una panca in muratura dove si entra senza cintura, lacci, taglierini e qualsiasi cosa che possa essere usata contro sé stessi o gli altri e dove si attende il proprio turno per il fotosegnalamento.

Ma l'algerino non c'è mai arrivato. Nella camera è rimasto circa un'ora. Poi la scoperta intorno alle 12, il tentativo di rianimarlo, anche dei soccorritori del 118. Tutto inutile. Il gesto estremo dell'uomo ha lasciato sgomenti i poliziotti. Sarebbe stato liberato poco dopo, è difficile comprendere le ragioni di questo atto. La procura ha aperto un fascicolo per accertare la dinamica di quanto accaduto, per ora senza ipotesi di reato.

La squadra mobile sta visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza: ogni camera ne ha una che trasmette le immagini su un monitor che si trova nell'ufficio dove gli agenti hanno un obbligo di vigilanza 24 ore su 24. Per controllare i fermati, nel corridoio ci sono anche dei vetri su queste camere. L'uomo è stato ritrovato quasi seduto per terra appoggiato al muro.

Non è escluso che tale posizione possa aver fatto pensare che stesse dormendo. Solo l'autopsia potrà chiarire se fosse ubriaco, come il presunto complice marocchino, o se fosse alterato da qualche sostanza. Da chiarire anche se avesse disturbi psichiatrici. Le sue impronte inserite nella banca dati corrispondono anche ad altri nomi: avendo precedenti, ogni volta potrebbe aver dato nomi diversi. Anche i suoi alias verranno esaminati.