sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

corrieresalentino.it, 21 agosto 2020


Ieri mattina si è verificato l'ennesimo suicidio nel carcere leccese di Borgo San Nicola: un anziano detenuto, secondo alcune indiscrezioni che circolano, si sarebbe tolto la vita con un lenzuolo all'interno del bagno. "La perdita di una vita umana è la sconfitta di tutto il sistema carcerario-spiega il vicesegretario regionale e segretario provinciale Osapp, Ruggiero Damato-Ormai i problemi del carcere si incancreniscono sempre di più perché da troppi anni invece di affrontarli chi dovrebbe intervenire li ignora.

I suicidi sono anche un problema nelle file della polizia penitenziaria perché manca il supporto di figure professionali da affiancare ai poliziotti, uomini e donne, padri madri, mariti che vivono per tante ore della giornata (visto il ricorso continuo agli straordinari) la vita da reclusi. La carenza di personale sta facendo molti danni collaterali: la polizia penitenziaria non può tenere sotto controllo un carcere così grande e così popolato senza un numero ragionevole di agenti.

Ci trasciniamo dietro gli stessi problemi ormai da oltre un decennio, incluso quello della differenziazione dei detenuti (gente con reati minori mischiata a mafiosi: il risultato è che il carcere diventa fucina di nuovi criminali).

Tra rivolte e criminalità in crescita il sistema rischia di esplodere. Il sistema carcerario dev'essere riformato prima che sia troppo tardi, iniziando dalla custodia cautelare che dovrebbe essere strutturata sul modello americano (oggi, invece, gli innocenti finiscono nei giri dei criminali): bisogna differenziare per età e reati e prevedere di figure professionali tra la polizia penitenziaria per il trattamento dei detenuti".

L'Osapp combatte anche la battaglia per la nomina di un capo della polizia autonomo e coordinato con i direttori del carcere (che sono civili). "Il carcere per alcune personalità può essere devastante bisogna puntare sull'applicazione reale delle misure alternative alla detenzione - scrive Damato. Inoltre, la polizia penitenziaria deve avere voce nei comitati di ordine e sicurezza con un suo rappresentante.

È improcrastinabile una riforma strutturale della polizia penitenziaria sulla falsa riga di quella scritta da Gratteri quando era candidato alla guida del Ministero della giustizia". La polizia penitenziaria chiede una svolta da molto tempo e sottolinea anche il fallimento della sorveglianza dinamica, che si traduce in sorveglianza a distanza con meno personale, "quindi nel dominio di alcuni gruppi criminali interni al carcere e nell'incapacità di monitorare soggetti più fragili, che poi finiscono per suicidarsi".