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di Carlo Lania

 

Il Manifesto, 30 luglio 2020

 

L'ex pm presidente onorario di ResQ: "Una nave italiana per salvare chi fugge nel Mediterraneo". "Guardi se vuole discutere delle responsabilità dell'Europa o di altri lo facciamo un'altra volta. Oggi voglio parlare solo dell'importanza di salvare la vita di chi affoga nel Mediterraneo". Non accetta divagazioni Gherardo Colombo. L'ex pm di Mani pulite è il presidente onorario di ResQ-People Saving People, neonata onlus che punta ad avere al più presto una propria nave, "100 per 100 italiana", da inviare nel Mediterraneo centrale per soccorrere i migranti che fuggono dalla Libia. Il progetto, nato da un gruppo di amici "stanchi di vedere morire migliaia di persone in mare", consiste nell'acquistare una nave di 40 metri, con 10 persone di equipaggio e nove tra medici, infermieri, soccorritori, mediatori e giornalisti. Costo dell'operazione: 2,1 milioni di euro da raccogliere attraverso crowdfunding e donazioni sul sito ResQ.it in modo da poter salpare entro i prossimi 18 mesi. Un'iniziativa che finora ha raccolto già 130 adesioni e che ieri ha ricevuto anche l'appoggio dell'Alto commissario Unhcr Filippo Grandi. "Mi pare immorale discutere ancora se sia giusto o meno salvare vite in mare - ha detto Grandi -. Per me è un obbligo da ogni punto di vista e abbiamo bisogno della società civile per farlo". Concetto condiviso dall'ex pm: "È importante che ci assumiamo noi questo compito".

 

Come è nata l'iniziativa?

Mi sono domandato: se io fossi lì lì per annegare in mezzo al Mediterraneo, mi piacerebbe che qualcuno venisse a salvarmi? Ovviamente ho risposto di sì, che mi piacerebbe e credo che chiunque di noi, in qualunque modo la pensi, se sta annegando vorrebbe essere salvato. Quindi è necessario che ci sia qualcuno che eviti che le persone anneghino. E siccome le persone continuano ad annegare se c'è qualcuno in più che le salva tanto meglio.

 

Dalle aule di tribunale al salvataggio dei migranti è un bel salto. Cosa tiene assieme due attività così diverse?

C'è un filo rosso che le lega ed è un collegamento molto stretto con la nostra Costituzione che è inclusiva e ha come punto di partenza preciso l'esclusione assoluta della discriminazione. Tutto il resto viene di conseguenza. L'articolo 2 afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, a partire dal diritto alla vita che la Costituzione non cita solo perché è il presupposto essenziale perché possano esistere tutti gli altri. Poi c'è l'articolo 32, la Repubblica tutela la salute di tutti, non solo dei cittadini, non solo dei cattolici, non solo di una determinata etnia. Ripeto, di tutti.

 

Lei è un uomo di legge. Spesso nelle vicende che riguardano i migranti assistiamo a delle violazioni del diritto internazionale, a partire dall'obbligo di soccorrere chi si trova in difficoltà in mare...

Guardi se noi parliamo di altre cose succede che necessariamente finisce in secondo piano quello che è invece il tema più importante, che è la vita delle persone. Parliamo di questo e chiediamoci se può essere in qualche modo oggetto di transazione o di scambio. La risposta è no e allora fermiamoci qui e concentriamoci su questo.

 

Da molto nel Mediterraneo è assente l'Europa con la sua capacità, che in passato aveva, di soccorrere i migranti...

Se cerchiamo di mettere in mare una nave per salvare le persone è perché sentiamo come responsabilità nostra il fatto che le persone vanno salvate. Di tutto il resto, di tutte le altre responsabilità ne parliamo un'altra volta. È importante che ci assumiamo noi il compito. Vede la delega, la rappresentanza, sono tutte cose importanti,,ma se possiamo intervenire noi direttamente allora facciamolo. Il resto non mi interessa, perché toglie rilievo al tema: salviamo chi annega, e non: facciamo salvare chi annega.

 

Pensa di partecipare in futuro a una missione con la nave?

Sulla nave ci salirò senz'altro, quello che temo è di essere di impiccio. Ma far vedere che si può fare qualcosa è importantissimo.