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di Danilo Taino

 

Corriere della Sera, 30 luglio 2020

 

L'ex sindaco, 46 anni, nato egli stesso nella "Città dell'eterna primavera", sostiene che in meno di tre decenni Medellín è diventata "un benchmark per il mondo", tra l'altro uno dei centri per la Quarta Rivoluzione Industriale in America Latina, inserita in un programma del World Economic Forum. Qualche numero - e un esempio - che può essere utile ai sindaci alle prese con la criminalità. Per dire che anche nelle situazioni più drammatiche si può batterla.

È il caso di Medellín, casa di Pablo Escobar e del cartello di narcotrafficanti che dalla città colombiana prese il nome. In un incontro con Marjorie Henríquez per il Fondo monetario internazionale, l'ex sindaco Federico Gutíerrez (in carica dal gennaio 2016 al gennaio 2020) ha tracciato i cardini di un risultato straordinario: la riduzione del tasso di omicidi, elevatissimo negli Anni Ottanta e Novanta quando il cartello dominava gli affari e la vita della città.

Nel 1991, il tasso di omicidi fu di 381 per centomila abitanti. Oggi, il tasso è attorno a venti. È insufficiente, dice Gutíerrez: l'obiettivo deve essere zero. Ma si tratta comunque di un crollo del 95%. L'ex sindaco, 46 anni, nato egli stesso nella "Città dell'eterna primavera", sostiene che in meno di tre decenni Medellín è diventata "un benchmark per il mondo", tra l'altro uno dei centri per la Quarta Rivoluzione Industriale in America Latina, inserita in un programma del World Economic Forum. Gutíerrez spiega che il cambiamento è avvenuto grazie alla partnership tra poteri pubblici e società, in modo pragmatico puntando su istruzione, sicurezza e sostenibilità.

Per quel che riguarda la sicurezza, oltre all'uso della polizia si è trattato di riempire i vuoti sociali in cui prevalevano criminali e fuorilegge. Per la sostenibilità, l'obiettivo è stato quello di rendere la città piacevole da vivere, non nel degrado: 65 nuovi bus elettrici; l'introduzione dei Metrocables, un sistema di teleferiche complementare alla metropolitana; 80 chilometri di piste ciclabili; nuovi tram e un progetto pilota di taxi al 100% elettrici.

La parte forse più entusiasmante è quella dell'istruzione: ottomila bambini che non frequentavano la scuola sono stati recuperati alle aule e la città ha creato 43 mila borse di studio per l'istruzione superiore. In una metropoli di quasi due milioni e mezzo di abitanti, moltissimo resta da fare. Ma la svolta di Medellín è un caso di valore globale. Decisive sono state la rocambolesca lotta al cartello del narcotraffico e la sconfitta di Escobar. Ma che anni di narcoterrorismo potessero essere relegati alla storia non era scontato. Un modello e una speranza, anche per l'Italia.