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di Patrizia Maciocchi

 

Il Sole 24 Ore, 23 luglio 2020

 

Va annullata la confisca disposta sui beni personali dell'amministratore e della società, se l'appello non si conclude nel termine di un anno e sei mesi. La possibilità di proroga di sei mesi, per due sole volte, resta limitata a indagini complesse. La Cassazione, con la sentenza 21532, accoglie il ricorso contro la confisca di numerosi beni di proprietà dell'imprenditore e della famiglia, oltre a immobili e rapporti bancari di una società a responsabilità limitata, rispetto ai quali erano emersi gravi indizi di intestazione fittizia e provenienza illecita.

Circostanze contestate dalla difesa, alla quale però, per veder accolto il ricorso, basta eccepire la lunghezza eccessiva dell'appello. La Cassazione precisa che in tema di misure patrimoniali, il procedimento di secondo grado si deve chiudere entro un anno e sei mesi dalla data del deposito del ricorso. Un tempo che può, eccezionalmente, essere prorogato per sei mesi, per due sole volte, solo nell'ipotesi di indagini complesse e compendi rilevanti. Mentre la data finale coincide con il deposito del decreto motivato. Solo in quel momento, infatti, si perfeziona la formazione del provvedimento, che acquista così esistenza giuridica. Sforati i tempi tutto va restituito ai legittimi proprietari.