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di Piero Sansonetti


Il Dubbio, 1 luglio 2020

 

Matteo Salvini ha definito Mauro Palma, "garante dei delinquenti". Palma è in realtà da qualche anno "il garante dei detenuti e delle persone private della libertà". È un istituto che esiste in Italia da quattro anni, è di nomina governativa e serve soprattutto a tutelare i diritti delle persone in prigione. Esiste in altri 23 paesi dell'Unione Europea e anche in Svizzera. In Svezia esiste dal 1809. Salvini ha lanciato la sua polemica contro Mauro Palma dopo la presentazione, da parte di Palma, del rapporto annuale in Parlamento. In questo rapporto il Garante critica severamente i decreti sicurezza voluti da Salvini.

Era scontata la reazione di Salvini. Non era scontata la furia di questa reazione che, per colpire Palma, colpisce e umilia circa 50mila detenuti, molti dei quali (circa un terzo) in attesa di giudizio, e dunque innocenti, che non vengono definiti detenuti ma, offensivamente, delinquenti.

La discussione politica e la lotta politica spesso portano a forti asprezze. Non solo non ci indigniamo, ma ci piace rendere ai nostri lettori l'ampiezza della discussione. Per questo siamo contenti di offrirvi oggi sia una intervista a Palma sia una a Salvini, i quali espongono liberamente le loro idee, i loro programmi, le loro proposte. Le interviste sono precedenti allo scontro tra Salvini e Palma e tuttavia mi pare che esprimano in modo compiuto due modi molto diversi di vedere il mondo e i problemi della società.

È giusto che queste due visioni del mondo si scontrino in modo trasparente e dentro i confini della democrazia politica? Io penso di sì. Penso che qualunque idea, anche quelle che trovo lontanissime da me e che talvolta mi inorridiscono, abbiano diritto di esprimersi e di cercare consensi, e di trasformarsi in idea politica e eventualmente in governo. Sento ovviamente nelle parole di Salvini una feroce ostilità per una società basata sui diritti di tutti, specialmente dei più deboli. Sento una pulsione alla repressione come strumento per l'affermazione della giustizia.

Abbiamo pubblicato in questi giorni alcuni articoli di mons. Paglia, il quale ci ha illustrato l'idea cristiana di società: aperta, fondata sulla carità, sul perdono, sulla fratellanza, sulla solidarietà. Dove non esistono giusti e reprobi. Ricchi e poveri. Italiani e stranieri. Liberi e detenuti: esiste l'essere umano. Capisco benissimo come quella di Paglia sia un'idea che non può piacere a tutti. So che esiste una idea che fa invece della competizione e della selezione del migliore - o del più forte o del più dotato - il motore del progresso. Per questo sono convinto che sia giusto che due idee molto diverse si contrappongano e confliggano tra loro. Per quel che mi riguarda, sono dalla parte dei diritti. Il riformismo per me è questo: diritti, libertà, inclusione.