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Il Giorno, 1 luglio 2020


Si è impiccato durante la notte, utilizzando la cintura di corda della tuta da ginnastica. La vittima, trovata ieri mattina dai compagni di cella, è un detenuto di 33 anni di origine tunisina del Bassone. Un uomo che pare non avesse mai dato segnali di criticità in questi ultimi tempi, tali da dover essere attenzionato con maggiore scrupolo dalla Polizia penitenziaria.

Gli stessi compagni di cella non hanno sospettato nulla, non si sono svegliati quando l'uomo è andato in bagno e si è tolto la vita. Forse all'alba di ieri, ma è stato trovato solo quando i compagni di cella si sono alzati e hanno dato l'allarme.

I controlli da parte della Polizia penitenziaria avvengono costantemente, ma la possibilità di monitorare con attenzione cosa accade nelle celle, anche in orario notturno, da tempo deve fare i conti con la carenza di personale. Il magistrato di turno della Procura di Como, Massimo Astori, valuterà ora quali accertamenti disporre per ricostruire come si avvenuto il suicidio, e se dare incarico per l'autopsia, anche se la causa del decesso appare chiara.

Al Bassone sono detenute circa 450 persone, tra uomini e donne, di il 60 per cento di origine straniera, a fronte di una capienza regolare di circa 220. Numeri ridimensionati rispetto ad alcuni anni fa, quando la casa circondariale comasca era arrivata, più volte, a superare i 600 detenuti, in condizioni abitative e di sovraffollamento molto critiche. Ma anche con i numeri attuali, l'ultimo rapporto Antigone ha attribuito al Bassone un tasso di sovraffollamento del 207 per cento, uno dei più alti d'Italia.