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di Guido Santevecchi


Corriere della Sera, 1 luglio 2020

 

È in vigore la legge sulla sicurezza voluta dal presidente cinese Xi Jinping. Il leader della rivolta Joshua Wong scioglie il partito Demosisto: "Comincia lo stato di polizia segreta".

"Una spada affilata puntata contro una minoranza che mette in pericolo la sicurezza nazionale e l'ordine costituzionale". Così il governo di Pechino ha presentato la Legge spedita ieri a Hong Kong con voto all'unanimità da parte dei 162 membri del Comitato permanente del Congresso, riunito in Piazza Tienanmen.

La Repubblica popolare aveva fretta di varare la legislazione cinese che punisce sedizione, secessione, terrorismo, collusione con lo straniero in tempo per la celebrazione di questo 1 luglio, 23° anniversario della restituzione dell'ex colonia britannica alla Madrepatria. "È il secondo e vero ritorno di Hong Kong alla Cina", esulta la stampa di Pechino. La nuova legge deve scoraggiare ogni protesta, pacifica o violenta che sia. Xi Jinping l'ha promulgata subito, il governo di Hong Kong l'ha pubblicata in gazzetta alle 23, è in vigore da mezzanotte.

Sono rimasti ancora incerti i metodi di applicazione, ma definite le pene: tra dieci anni di carcere e l'ergastolo per i trasgressori. Le autorità cinesi sostengono che "solo una piccola minoranza" incorrerà nel rigore della Legge nazionale e "pochi casi di crimini commessi a Hong Kong saranno giudicati fuori dal territorio da magistrati cinesi", il grosso del lavoro sarà lasciato ai tribunali della città. I giudici però saranno scelti dal governo locale, scavalcando l'indipendenza del sistema giudiziario. I legislatori cinesi sono maestri nel lasciare i contenuti delle norme abbozzati all'interno delle cornici.

Pechino insedierà nella City una sua Agenzia di sicurezza e intelligence che "collaborerà con le autorità del territorio autonomo". Ma di quale collaborazione si tratta, se la governatrice Carrie Lam, ringraziando Pechino, ancora ieri rifiutava di commentare la portata della svolta "perché non ho letto i termini"?

È chiaro che Xi Jinping era stanco e frustrato di fronte alle scene di lotta continua e anche di violenze gravi arrivate da Hong Kong per tutto il 2019, prima dell'anestesia causata dal coronavirus. Ha deciso di chiudere la partita dando scacco matto. A Hong Kong il 6 settembre si vota per il rinnovo del Legislative Council: ora i candidati di opposizione come il giovane Joshua Wong potranno essere squalificati preventivamente e processati per "sovversione" o "collusione con forze straniere".

Joshua e i suoi compagni hanno accusato il colpo: il giovane che guidò nel 2014 la Rivolta degli Ombrelli e poi è diventato una sorta di ministro degli Esteri del movimento democratico ha detto che "Hong Kong libera è finita, comincia lo stato di polizia segreta" e ha sciolto Demosisto, il partito che aveva fondato e ora potrebbe essere dichiarato sovversivo e secessionista. Joshua in passato è stato a Washington, ha chiesto per anni aiuto al mondo, è stato in copertina su tutta la stampa occidentale, trattato da icona. Ora potrebbe essere accusato anche di collusione con forze straniere, per quegli incontri e quelle interviste.

Dal 1997 Hong Kong è stata retta dal principio "Un Paese due sistemi". Secondo l'opposizione democratica "era retta". Per questa fine dell'eccezionalità, gli Stati Uniti revocano lo status commerciale distinto e preferenziale per Hong Kong: Mike Pompeo ha dichiarato il blocco delle forniture di high-tech "sensibile" al territorio. Londra ha offerto il passaporto a tre milioni di hongkonghesi, se vorranno andarsene. L'unione europea minaccia "gravi conseguenze" (ma intanto tutti trattano con Pechino per i propri interessi economici).

Oggi Carrie Lam celebrerà l'anniversario della restituzione. Alte reti protettive sono state piazzate intorno alla Bauhinia Square dove si svolgerà l'alzabandiera. Vietata la consueta contromanifestazione degli oppositori. Il fronte democratico ha chiamato comunque all'adunata la sua gente, al Victoria Park. Ci vorrà molto coraggio per sfidare questa Legge di Pechino, che prevede a scelta l'accusa di sedizione, separatismo, terrorismo, collusione con lo straniero. Oltre alle manganellate della polizia, oggi i manifestanti rischiano il carcere a vita.