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di Virginia Piccolillo


Corriere della Sera, 24 giugno 2020

 

Il Guardasigilli: emerso un sistema, le istituzioni devono reagire. E vede il Csm sulla riforma. "Si sbaglia a circoscrivere tutto a una persona". Dopo giorni di assoluto silenzio il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, titolare dell'azione disciplinare sulle toghe, commenta il caso Palamara e la deriva morale "che fa perdere credibilità alla magistratura".

Lo fa intervenendo in memoria del giudice Mario Amato ucciso dai Nar 40 anni fa. Sottolineando "le doti morali, il contegno deontologicamente irreprensibile, modello a cui tutti dovrebbero ispirarsi". Non entra nel merito delle manovre per pilotare le nomine degli uffici giudiziari. Il ministero, dice, "sta facendo le sue valutazioni. È evidente che la vicenda fa venire fuori un sistema rispetto al quale le istituzioni devono reagire. Ma si sbaglia a fare di tutta l'erba un fascio, perché dobbiamo tutelare e proteggere la stragrande maggioranza dei magistrati".

"Bisogna che le istituzioni sappiano reagire", dice. La reazione da tutti invocata sono le riforme. Che possano spazzare via quello che ieri il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra (M5S) definiva un "sistema marcio del quale Palamara era consapevole". A che punto sono le riforme? "C'è una bozza in stato avanzatissimo. In dirittura d'arrivo", assicura Bonafede. Il ministro conta di portarlo in Consiglio dei ministri la prossima settimana.

Già valutato in incontri con maggioranza e opposizione, con l'Anm e, ieri, con il Csm, il provvedimento prevede la riforma delle elezioni del Csm, senza sorteggio, ma con collegi più piccoli e l'ipotesi del ballottaggio e che chi rientra dal Parlamento non può tornare a esercitare una funzione requirente o giudicante, ma solo incarichi fuori ruolo.

"Una riforma - spiega il sottosegretario alla giustizia Andrea Giorgis -, sia chiaro, non contro la magistratura e la sua autonomia, pensata e predisposta all'esclusivo fine di preservarne credibilità e autorevolezza". L'urgenza è scandita dalle rivelazioni di Palamara che a Radio 1 in Viva Voce, spiega: "Le telefonate servivano a individuare e scegliere il miglior candidato".

E rivendica che nei posti migliori "c'era impegno di tutti per selezionare il migliore. E la scelta che è stata fatta sui posti più importanti è una scelta adeguatamente e attentamente ponderata per valorizzare il più bravo". Ma poi ammette: "E innegabile che chi non faceva parte del sistema delle correnti sia stato fortemente penalizzato". Intanto gli avvocati sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare contro "i ritardi che stanno caratterizzando la ripresa dell'attività giudiziaria".