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Il Dubbio, 18 giugno 2020

 

Mentre ieri il Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria (Sappe) ha manifestato davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere per chiedere la dimissione del guardasigilli Alfonso Bonafede e addirittura l'abrogazione della figura del garante regionale dei detenuti, in Parlamento c'è La Lega, Fratelli d'Italia e il Movimento Cinque Stelle che offrono sponda alle lamentele dei sindacalisti chiedendo al ministro di avviare accertamenti su quanto è accaduto.

Sia sulla rivolta di alcuni detenuti (alcuni di loro trasferiti in altre carceri per punizione) di sabato 13 giugno, che ha portato al ferimento di otto agenti della penitenziaria, e sia sulle tensioni di giovedì 11 giugno tra carabinieri e poliziotti penitenziari in seguito alla notifica da parte dei militari dei 55 avvisi di garanzia per presunte torture di detenuti commesse in carcere dagli agenti.

Quello stesso giorno, per protesta, alcuni agenti sono perfino saliti sui tetti. "Non entriamo nel merito delle contestazioni della Procura - ha detto Donato Capece, segretario nazionale del Sappe - ma diciamo no alla spettacolarizzazione della giustizia". Capece ha invocato inoltre lo "scudo penale" per gli agenti.

Secondo le denunce raccolte dall'associazione Antigone, la Onlus Il Carcere Possibile e dallo stesso Garante regionale Samuele Ciambriello, il 5 aprile, a seguito del diffondersi della notizia che tra i detenuti del reparto "Nilo" ci fosse un caso positivo al "Covid 19", alcuni detenuti hanno iniziato una protesta. Nella stessa serata del 5 aprile, anche grazie all'intervento del Direttore e del Garante regionale, la protesta è rientrata.

La mattina seguente anche il Magistrato di sorveglianza si è recato presso l'istituto per un confronto pacifico con i detenuti. Sempre il 6 aprile, ma intorno alle ore 15, agenti di polizia in tenuta antisommossa, con il volto coperto da caschi e i guanti alle mani, avrebbero iniziato a compiere atti violenti. Alcuni agenti sarebbero entrati nelle celle e, cogliendo i detenuti di sorpresa, li avrebbero violentemente insultati e picchiati con schiaffi, pugni, calci e a colpi di manganello. Alcuni detenuti picchiati sarebbero poi stati posti in isolamento, altri sarebbero stati trasferiti in altri istituti. Ma ad accertare la veridicità di tali racconti sarà la procura.