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di Marzia Paolucci


Italia Oggi, 20 gennaio 2020

 

Firmato il protocollo d'intesa tra l'Enel e il ministero della giustizia. La promozione del lavoro penitenziario attraverso l'istruzione e la formazione professionale dei detenuti nell'ambito del progetto "Mi riscatto per il futuro". È l'obiettivo del protocollo d'intesa che il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede e l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace hanno siglato il 18 dicembre scorso in via Arenula.

Il progetto punta a realizzare un programma formativo qualificante in favore dei detenuti, finalizzato all'acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro e all'efficientamento energetico degli istituti di pena. In particolare negli istituti penitenziari saranno attivati percorsi formativi, modulari e flessibili per contenuti e durata, per favorire il recupero e l'acquisizione di abilità e competenze individuali e individuare possibili inserimenti lavorativi professionalizzanti per i detenuti.

L'intesa poggia sia sulle esperienze positive già sperimentate dal gruppo Enel per promuovere una formazione professionale sempre più indirizzata alle specifiche esigenze del mondo del lavoro come i programmi di formazione degli studenti nell'ambito del progetto apprendistato "scuola - lavoro", che sull'impegno del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) del ministero della giustizia a sviluppare attività lavorative in favore dei detenuti per ridurne il rischio di recidiva e favorirne il reinserimento nella società.

L'accordo prevede inoltre la possibilità di sviluppare ulteriori progetti congiunti, anche in campo internazionale: in questo senso, sarà a breve avviata una collaborazione nell'ambito del progetto di implementazione del lavoro di pubblica utilità nel sistema penitenziario di Città del Messico. Saranno individuate, inoltre, aree di intervento per rendere più sostenibili le strutture penitenziarie attraverso soluzioni di efficientamento energetico e lo sviluppo di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

"Siamo particolarmente orgogliosi di aver sottoscritto un accordo che permetta un più rapido abbandono della zona grigia, quella tra l'uscita dal carcere e il reinserimento nella società civile, favorendo l'ingresso dei detenuti nel mondo del lavoro per ridurre il rischio di incorrere negli stessi errori del passato", ha commentato in sede di firma l'ad Starace.

"L'obiettivo è proporre una formazione professionale in linea con la rapida evoluzione del mondo del lavoro", ha spiegato l'amministratore societario, "i progetti che saranno sviluppati grazie al protocollo confermano l'impegno che Enel si è assunta per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite; in particolare per crescita e istruzione eque e inclusive".

Il protocollo di intesa tra le parti, sei articoli per cinque pagine di documento, fa riferimento a una serie di leggi in materia a cominciare dall'ordinamento penitenziario e dalla sua recente novella del 2018 fino al legge Smuraglia n. 193 del 22 giugno 2000, "Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti" che prevede sgravi fiscali per le imprese pubbliche o private che assumono lavoratori detenuti per un periodo di tempo non inferiore ai trenta giorni o che svolgono effettivamente attività formative nei confronti dei detenuti, e in particolare dei giovani detenuti.

Sgravi che si applicano anche nei sei mesi successivi alla cessazione dello stato di detenzione. L'intesa della durata di tre anni dalla firma, ha come obiettivo specifico "l'acquisizione di competenze utilmente spendibili nel mondo del lavoro, nell'intento di contribuire ad arginare il problema della carenza di inserimenti lavorativi professionalizzanti per soggetti in esecuzione penale. Inoltre, le Parti potranno individuare specifiche aree di intervento, anche a carattere sperimentale, per il miglioramento e l'efficientamento energetico delle strutture penitenziarie".

I detenuti coinvolti nel progetto saranno individuati dal Dap e segnalati a Enel. Parole di apprezzamento del valore rieducativo di un apprendistato lavorativo come quello oggetto del protocollo, sono state quelle espresse dal ministro Bonafede: "Oggi si concretizza un importante impegno preso, un percorso virtuoso di collaborazione che mi auguro possa diventare un modello da ripetere. Il nostro impegno non mira solo alla rieducazione del detenuto ma comprende anche la sicurezza della collettività, perché quando un detenuto esce dal carcere, grazie a progetti come questo, difficilmente torna a delinquere".