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di Arianna Belloli


La Repubblica, 17 gennaio 2020

 

In Comune una commissione allargata ha analizzato le ricadute sulla città del penitenziario. In via Burla a breve sarà aperto un nuovo padiglione. Il Comune di Parma si mobilita, nelle sue capacità e competenze, sulle problematiche del carcere di Parma soprattutto in vista dell'ampliamento della struttura che oggi vede detenute 600 persone, ma vedrà la realizzazione di un nuovo padiglione per 200 detenuti.

I detenuti in aggiunta, senza tuttavia che sia arrivata all'Amministrazione comunale la conferma ufficiale, saranno di media sicurezza, ossia provenienti dalla condanna per crimini come lo spaccio di sostanze stupefacenti, per esempio. La commissione Affari istituzionali e servizi sociali, sanità e sicurezza si è riunita così il 16 gennaio alla presenza di autorità e sindacati coinvolti. Previsto per oggi, 17 gennaio, invece, l'incontro del Clepa, organismo paritetico provinciale che si occupa della rilevazione dei bisogni del sistema carcerario.

Presenti i consiglieri comunali, l'assessora Laura Rossi, i rappresentanti sindacali degli agenti penitenziari, il direttore generale dell'ospedale di Parma, Massimo Fabi, il direttore del Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria, Marco Bonfiglioli, il Garante dei detenuti per il Comune di Parma, Roberto Cavalieri, la direttrice generale Ausl Parma, Elena Saccenti e la dottoressa Maria Teresa Luisi che cura le procedure per il trasferimento dei detenuti dal carcere all'ospedale.

Il presidente del Consiglio comunale, Alessandro Tassi Carboni, annuncia che l'incontro sarà il primo di altri e aprendo la discussione, ricorda la situazione del penitenziario cittadino: a partire dalla direzione che vede da anni affidi temporanei che non permettono la programmazione di azioni a lungo termine; alla profonda carenza di personale; la difficoltà nel portare a esecuzione nuovi progetti lavorativi per i detenuti anche se supportati da finanziamenti privati; criticità anche sui fondi e risorse, probabilmente insufficienti visto che è stata stanziata la stessa cifra dell'anno precedente al fronte invece di 200 persone in più da gestire.

L'assessora Rossi spiega come il Comune concorra ai finanziamenti di 212 mila euro per il penitenziario: 90 mila euro arrivano dal Comune, 72 mila euro dalla Regione e il restante dal fondo sociale territoriale "che non era scontato li destinassimo al carcere, ma che dimostra la nostra attenzione per questo tema. - commenta Rossi -. Fondi che devono supportare non solo il pagamento dei costi per i detenuti e le retribuzioni dei lavoratori ma anche molti progetti: teatro, laboratori musicali e dell'università, lo spazio giochi per i figli dei detenuti, lo sportello per avvicinare i detenuti agli uffici comunali per consegna di documenti o procedure varie, attività sportive, rassegne cinematografiche. Tutte attività che fortunatamente vedono la collaborazione di molte associazioni e volontari".

"Il carcere in questi anni ha dimostrato tuttavia come faccia fatica a gestire questi finanziamenti" aggiunge il Garante Cavalieri.

"Non ho voluto prima di ora fare ingerenza sulla decisione di ampliamento del penitenziario - dichiara ancora l'assessora Rossi - perché credo che ogni decisione presa sia fatta con motivazione. Ad oggi però il Comune non è ancora stato contattato dal ministero della Giustizia per capire come programmare l'ampliamento e quindi i servizi. Serve quindi pressione perché si parli di questi problemi insieme".

Tutti gli intervenuti hanno mostrato preoccupazione per le ricadute che si avranno sul territorio per le persone che saranno dimesse dal carcere e saranno senza fissa dimora, per la già difficile situazione dell'ospedale nell'accogliere pazienti detenuti: che oggi vede infatti - come ricorda Catalano segretario della federazione sindacati penitenziari - solo 5 posti riservati su una popolazione carceraria di 600 persone tra cui alcune nel settore 41bis, ossia massima sicurezza.

Colelli, della segreteria Cgil, ha commentato la situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani in generale, che nel luglio 2019 era in media del 128%, "e sono sicuro che Parma superi addirittura questa percentuale. Chiediamo personale adeguato almeno nei numeri. Solo per gli agenti sottoufficiali si registra una carenza del 90%.

A Parma abbiamo solo un commissario quando dovrebbero essere 4. Le figure educative sono invece in carenza del 50%".

Tante le aggressioni, assenza di un direttore di nomina stabile, forte carenza di funzionari e inaccettabile mancanza di figure di sottufficiali, nonché un numero inadeguato di agenti per l'apertura del nuovo padiglione. Un nuovo padiglione che aprirà senza alcune risorse necessarie e con 200 problemi in più, denuncia la Fp Cgil. Carlo Parnanzone, di Uil, porta invece richieste semplici quanto concrete per migliorare il benessere all'interno del carcere, a partire dai parcheggi per gli agenti e famigliari in visita e i parcheggi riservati all'ospedale per gli agenti che devono trasportare detenuti per i soccorsi, fino al miglioramento del collegamento delle linee urbane dei bus. "Sembrano richieste banali - commenta il capogruppo di Effetto Parma Cristian Salzano - rispetto alla complessità del problema. Ma migliorare le linee dei bus come i parcheggi e altre proposte sono fondamentali per migliorare il benessere di lavoratori come dei detenuti. Su questo il Comune può lavorare e dare il suo contributo".

I consiglieri del Pd Lorenzo Lavagetto e Daria Jacopozzi sottolineano invece l'importanza del ruolo riabilitativo che deve avere la pena. "Il 68% degli ex detenuti ha ricadute, soprattutto quelle persone che non hanno avuto opportunità di lavoro e attività all'interno del penitenziario" specifica Jacopozzi. "La nostra disponibilità come Comune c'è - conclude Rossi - Il problema è capire cosa serve per queste 200 persone in più che saranno detenute nel carcere di Parma".