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di Adriano Agatti

 

La Provincia Pavese, 16 gennaio 2020

 

Il corpo del 43enne riverso a terra in una pozza di sangue l'allarme dato da un altro recluso che tornava dalla doccia. Il compagno di cella lo ha trovato riverso sul pavimento in un lago di sangue. Un detenuto del carcere di Torre del Gallo, Andrea Nobile, 43 anni, della provincia di Lecco, è morto poco dopo la caduta dal suo letto nonostante la rianimazione effettuata dal personale del 118. Un decesso i cui contorni non sono stati chiariti con certezza. Ieri sera il personale della scientifica ha eseguito un sopralluogo all'interno della cella che si trova nella sesta sezione, quella riservata ai detenuti comuni.

L'ipotesi principale è che il 43enne sia stato colpito da un malore e sia caduto dalla branda battendo la testa contro un spigolo. Questo potrebbe spiegare l'abbondante perdita di sangue. Ma è solo un'ipotesi che dovrà essere verificata dall'inchiesta che è stata affidata alla polizia penitenziaria. Il compagno di cella è stato interrogato a lungo ma sembra che non abbia nulla a che fare con il decesso. Anzi è stato proprio lui a chiamare le guardie.

La tragedia è avvenuta, ieri pomeriggio vero le 16.30, nel reparto che ospita i detenuti comuni del carcere di Torre del Gallo. Un istituto penitenziario già provato per l'incendio di una cella avvenuto domenica pomeriggio all'ottava sezione. Qui siamo nella sesta. Da una prima ricostruzione della tragedia sembra che Andrea Nobile, originario della provincia di Lecco, fosse rimasto solo nella sua cella.

Il compagno era appena uscito per fare la doccia. Una giornata tranquilla senza problemi particolari per la sesta sezione. Per spiegare quello che è successo dopo si possono fare delle ipoteso perché non ci sono testimoni. Il detenuto potrebbe essere caduto dalla branda e aver battuto la testa sul pavimento oppure su qualche spigolo. In ogni caso è rimato svenuto sul pavimento della sua cella. Lo ha visto, per primo, proprio il compagno di cella che è rientrato dalla doccia. L'altro detenuto ha chiamato gli agenti della Polizia penitenziaria. Gli agenti sono entrati e si sono resi conto che il 43enne era in fin di vita.