di Ciro Cuozzo
Il Riformista, 12 gennaio 2020
Da due mesi dormono in una Fiat Punto, l'unico bene in loro possesso. La signora Tonia, 54 anni, e sua figlia di 32 si ritrovano ogni sera nell'auto parcheggiata non molto distante da dove vivevano e dai cumuli di spazzatura che in queste settimane hanno invaso la città di Napoli e in particolare la sua periferia, quartiere di Pianura compreso.
Sedute entrambe davanti, abbassano il sedile e provano a chiudere gli occhi per qualche ora, difendendosi anche dalle fredde temperature della notte. È dall'8 novembre che questo triste rituale si ripete quotidianamente, salvo rare eccezioni.
"Tutto è nato quando hanno arrestato mio marito" racconta la signora Tonia. "Era maggio scorso e una mattina le forze dell'ordine sono venute a prenderselo dopo una condanna definitiva a 11 mesi per un episodio risalente a ben 10 anni fa". L'uomo, che lavorava come parcheggiatore abusivo all'esterno di un cinema multisala della città, venne denunciato da un carabiniere in borghese che si rifiutò di pagare "l'offerta a piacere". Dopo un decennio la giustizia ha presentato il conto e lo scorso maggio è finito nel carcere di Poggioreale. "Uscirà ad aprile - spiega la 54enne -, però nel frattempo noi abbiamo avuto difficoltà economiche sempre più grandi e a settembre scorso siamo state costrette a lasciare la casa perché non eravamo in grado di pagare l'affitto. Lui gli ultimi mesi potrebbe scontarli ai domiciliari ma - sottolinea - non abbiamo un domicilio".
Per circa due mesi sia la signora Tonia che la figlia sono riuscite a trovare ospitalità in una casa di riposo dove accudivano anziani e la notte restavano a dormire. "Poi il lavoro non è proseguito e ci siamo ritrovate in mezzo a una strada, senza soldi. Tra l'altro - racconta -mia figlia sta attraversando un periodo ancora più difficile a causa della scomparsa del marito". Tonia invece da mesi non va a trovare il marito perché ha la carta d'identità scaduta e incontra difficoltà nel rinnovo. "Quando vado negli uffici comunali qui a Pianura mi creano sempre problemi" spiega rammaricata "eppure so che è possibile averla anche per chi non ha una dimora fissa".
La loro condizione precaria è stata segnalata da una cittadina alla pagina Facebook "Pianura e dintorni" che ha prontamente condiviso la denuncia raccogliendo centinaia di commenti di solidarietà in pochissime ore. In tanti si sono offerti di aiutare le due donne. Chi ospitandole a pranzo o a cena, chi mettendo a disposizione abiti, coperte o alimenti. Una signora si è detta pronta ad accoglierle in casa per i prossimi giorni.
Ma Tonia e la figlia non se la sentono. "Abbiamo vergogna, non vogliamo invadere spazi non nostri. Vorremmo solo avere l'opportunità di lavorare e piano piano riprenderci uno spazio nostro, dove possiamo vivere senza problemi pagando l'affitto. Per il momento -aggiunge - preferiamo dormire in auto.
Ringraziamo tutti per la solidarietà e la disponibilità mostrata, soprattutto quelle persone che in queste settimane ci ospitano durante la giornata a pranzo o a cena, consentendoci di farci una doccia e lavare lo stretto necessario. La notte però preferiamo non recare disturbo e torniamo in auto". Intanto nel quartiere di Pianura c'è chi ha lanciato l'idea di fare una colletta per aiutarle a pagarsi almeno una piccolo monolocale per un paio di mesi.