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di Andrea Tarquini

 

La Repubblica, 12 gennaio 2020

 

Migliaia di persone con loro per dire "no" alla legge che sottopone la magistratura al controllo del governo. Almeno un migliaio di giudici polacchi hanno aperto il corteo sfilando in toga. Al loro fianco, magistrati italiani, tedeschi, francesi, spagnoli, venuti in tutto da una ventina di Paesi dell'Unione europea. La "marcia delle mille toghe" ha percorso in silenzio oggi pomeriggio il centro di Varsavia. Con almeno 25mila partecipanti.

È stata la più importante manifestazione a livello europeo per difendere l'indipendenza della magistratura, gravemente minacciata dalle nuove leggi del governo di maggioranza sovranista al potere dall'autunno 2015 nel più grande paese orientale membro di Ue e Nato. La legge approntata dal partito di governo PiS (nazionalpopulista, sovranista ed euroscettico) e approvata lo scorso mese dalla Camera polacca istituisce un forte controllo politico sulla magistratura e secondo la Ue non rispetta i Trattati europei. Potrebbe ancora essere bocciata al Senato, dove l'opposizione ha una debole maggioranza.

"Diritto alla nostra indipendenza", "Diritto all'Europa", si leggeva negli striscioni tenuti dai giudici. Il presidente di Iustitia, l'associazione dei magistrati polacchi che ha promosso la marcia, Krystian Markiewicy ha detto all'agenzia Reuters: "Non siamo abituati a scendere in piazza in toga per difendere il diritto di ognuno ad avere la garanzia di una giustizia indipendente, ma abbiamo deciso di organizzare la manifestazione per proteggere i cittadini".

Presenti anche molti magistrati italiani della Anm, e di Magistratura democratica e di altre organizzazioni. "Chiediamo la creazione di un sistema di monitoraggio del rispetto dei valori dello Stato di diritto", ha dichiarato Marco Cappato, presidente dell'Associazione Luca Coscioni, aggiungendo: "Le aggressioni contro i magistrati polacchi non sono solo un problema interno del Paese, ma un attacco alla libertà di tutti i cittadini europei".

Dunja Mijatovic, commissario ai diritti Umani del Consiglio d'Europa, denuncia la legge come "strumento per far tacere ogni voce critica dei giudici". La Corte suprema polacca ha ammonito che "se entrerà in vigore, ci farà uscire dalla Ue". L'esecutivo ha detto che "la riforma mira solo a rendere la giustizia più efficiente", accusando i giudici, "cui non spetta far politica e marciare in piazza". Dura risposta del giudice irlandese John McMenamin al corteo delle mille toghe: "Non ci schieriamo in politica, difendiamo lo Stato di diritto".