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di Mahya Karbalaii


L'Espresso, 12 gennaio 2020

 

Da quando sono cominciate le sanzioni i prezzi sono folli. A causa dell'aumento dei costi crollano i matrimoni, le cure dentistiche, gli sport. Lo scontro aperto coinvolge un Paese già stremato dalle sanzioni. E anche in questi giorni drammatici sembrano essere le preoccupazioni economiche in cima ai pensieri degli iraniani.

In Fadak Boulder Hall, Shiva inizia ad arrampicarsi su una via. Prima sistema le dita della mano destra su un appiglio e poi quella di sinistra. Avvicina il suo corpo al muro, premendo le dita dei piedi su due mini-appoggi. In una frazione di secondo, lancia il suo corpo magro ma muscoloso verso l'alto e afferra un appiglio. "Brava! Sei un mostro!", gridano le altre ragazze nella sala per incoraggiamento.

Tre giorni alla settimana la Fadak Boulder Hall in Piazza di Tajrish, a nord di Teheran, è riservata esclusivamente alle donne. Negli altri giorni della settimana, tranne il venerdì che è festivo, possono allenarsi gli uomini. Con la separazione dei sessi, le ragazze possono esercitarsi in top e pantaloncini. Arrampicarsi è diventato molto popolare negli ultimi anni, anche perché Teheran è circondata da montagne che offrono luoghi meravigliosi per scalare. Per la preparazione o durante l'inverno, tanti però si arrampicano nelle palestre.

"Da quando che le sanzioni sono tornate, le attrezzature per l'arrampicata sono diventate talmente costose che quasi nessuno può più iniziare", spiega Nasreen Abdolrahimi, 34enne, Campionessa asiatica di Ice e Dry Tooling. "Mentre un anno fa un paio di scarpe da arrampicata straniere costava 7 milioni di Rial (150 euro) oggi ne costa 40 milioni (circa 850 euro). Ora per 7 milioni di Rial puoi trovare solo un marchio iraniano. Ho acquistato la mia ascia per l'arrampicata su ghiaccio nel 2017 per 15 milioni di Rial. La stessa ascia oggi costa 180 milioni di Rial. I prezzi sono così folli, che cominciare questo sport oggi è assolutamente impossibile".

Nasreen, che si arrampica sin dalla bambina, lavora come allenatrice da 15 anni. "Nella nostra sala boulder, abbiamo avuto un'idea per far praticare più possibile questo sport: quando i ragazzi acquistano un nuovo paio di scarpe, chiediamo loro di donare le loro vecchie scarpe alla palestra. In questo modo, i nuovi arrivati possono iniziare l'allenamento senza i costi iniziali dell'attrezzatura".

Sebbene questa geniale idea abbia aiutato molti giovani a provare il Boulder, meno persone possono permettersi l'ingresso alla palestra, visto che la situazione sta diventando più dura in Iran. "Abbiamo sicuramente meno di metà delle iscrizioni rispetto a un anno fa", continua Nasreen, "Diverse persone hanno perso il lavoro e quindi non possono permettersi di pagare per lo sport o molti di loro lavorano su due turni o più ore e non hanno tempo di venire in sala". Shiva, che ha già fatto Top sulla via, si toglie le sue scarpe di marca La Sportiva. È un dentista e lavora in due ambulatori; uno nel centro della città e l'altro nel nord, il quartiere dei benestanti. Nei giorni in cui lavora al nord, viene ad arrampicarsi prima o dopo il lavoro, a seconda dei suoi turni. Con 18 anni di esperienza, guadagna molto più della media in Iran, ma anche il suo settore è influenzato dalle sanzioni, così come le sue entrate.

"I prezzi dei materiali per l'odontoiatria aumentano di settimana in settimana", spiega Shiva, "fino a due anni fa potevamo effettuare grandi ordini di materiale, oggi a causa dell'inflazione, i fornitori non lo accettano. Ad esempio, la scatola per l'anestesia del carpool costava 750 mila rial; oggi costa 4,5 milioni di rial. Il dental bonding ora costa 8 milioni di rial, mentre prima ne costava 3. I prezzi dei compositi si sono quadruplicati".

Sebbene Shiva e il suo partner provino a mantenere le loro tariffe più basse possibile per non perdere molti clienti, non c'è quasi nessuna richiesta di cure non essenziali come lo sbiancamento dei denti o l'ortodonzia. "Le persone ora vengono solo per problemi urgenti. Per adulti e bambini la situazione è diversa: mentre a volte gli adulti cercano di usare antidolorifici per un po', non esitano a portare i loro figli non appena hanno dolore a un dente. Tuttavia, anche qui vedi un cambiamento: oggi, si limitano solo a dove c'è un dolore e pospongono il fissaggio di un altro dente a quando c'è un vero problema".

Effettivamente le sanzioni stanno cambiando i modelli di consumo in vari settori. L'Iran è il secondo mercato più grande di cosmetici in Medio Oriente, dopo l'Arabia Saudita. Ma adesso i saloni di bellezza sono frequentati solo dalle famiglie ad alto reddito e per servizi che non possono fare da soli, come il taglio dei capelli.

Le cerimonie nuziali in Iran sono normalmente grandi feste in cui gli sposi spendono molti soldi per la preparazione in cosmetici e in abiti. "Anche in questo settore abbiamo meno clienti", si lamenta Fariba. "Se un anno fa, in un mese avevamo in media 15 spose, adesso abbiamo a malapena una sposa al mese". In realtà con la situazione che peggiora, tanti cercano di emigrare dal paese. Ma ci sono anche alcuni che cercano di sfruttare la mancanza di concorrenti e la crescente domanda per i prodotti che ora non entrano dall'estero.

"Le sanzioni hanno diversi effetti negativi nel breve periodo", spiega Ahmad Sadeghian, fondatore e membro del consiglio di amministrazione della società Tak Makaron, uno dei maggiori produttori di pasta in Iran, "Ma hanno anche buoni effetti a lungo termine. Se non abbiamo accesso ai mercati esteri per acquistare determinati beni, alla fine impareremo a produrli".

La carenza di materie prime straniere e anche i loro prezzi più elevati ha portato diversi produttori a sostituire le loro esigenze con la produzione locale. Questa nuova tendenza incoraggia i produttori locali a migliorare la loro qualità al fine di costruire un rapporto più forte con i loro nuovi clienti. "Il mercato dei prodotti iraniani è diventato abbastanza competitivo ora", continua Sadeghian, "inoltre, per far fronte alla nuova situazione economica, molte aziende iraniane hanno capito che se vogliono sopravvivere, devono gestire i propri costi. Alcuni anni fa, le persone potevano gestire la propria attività con minore attenzione alle spese. Tuttavia le recenti difficoltà li spingono a diventare più efficienti. Ciò spiega anche in parte perché alcune aziende hanno licenziato la forza lavoro in esubero".

La necessità di modernizzare i metodi di gestione attira alcuni consulenti dai paesi sviluppati da parte di tante aziende iraniane. Tak Makaron è un esempio che ha assunto degli esperti dal Belgio per poter produrre una farina di migliore qualità. "Attualmente i nostri consulenti vivono nella città di Yazd", afferma Sadeghian, "e trovano l'Iran pieno di potenzialità. Conosco altri consulenti stranieri in altre società. Puoi sempre trovare alcune persone nel mondo, che la pensano diversamente. Se dobbiamo imparare e migliorare, perché non dovremmo usare questi esperti?".

Ma, naturalmente, non è facile trovare quei manager che sono disposti a vedere il lato dinamico dell'Iran. "Durante l'ultimo periodo delle sanzioni, molti paesi partecipanti hanno perso un mercato considerevole", dice Alireza Kolahi Samadi, membro del Board of Representatives della Camera di commercio di Teheran. "Ad esempio la produzione dei pezzi d'auto: per decenni, i produttori iraniani sono stati affezionati ai prodotti tedeschi, ma durante le ultime sanzioni, siamo stati costretti a trovare queste parti altrove. Anche se inizialmente avevamo paura del mercato cinese, gradualmente lo abbiamo capito sempre meglio. Alla fine abbiamo identificato i produttori di qualità e stabilito una solida relazione con loro. Con la revoca delle sanzioni nel 2015 in alcuni settori non avevamo più bisogno di prodotti europei. Lo stesso scenario può ripresentarsi. Le collaborazioni con gli indiani si stanno sviluppando molto bene ora. Se sostituiamo i produttori europei, perché dovremmo cambiare in seguito?".

"Ogni paese desidera vivere in pace", continua Kolahi, "Ma ciò che in realtà gli Stati Uniti stanno imponendo a tutto il mondo, si basa solo sul loro potere economico. Bisogna chiedersi quanti dei movimenti statunitensi e le loro politiche estere sono legali a livello internazionale". Le industrie iraniane hanno imparato diverse lezioni dalla guerra di otto anni contro l'Iraq e dall'ultimo periodo di sanzioni nel 2012. L'Iran è un paese giovane con il 60% della popolazione di età inferiore ai 35 anni. Molti di questi giovani hanno un titolo universitario. Nel 2016, quasi cinque milioni sono stati scritti nelle università.

Ma oggi c'è la possibilità che l'Iran perda questi giovani. Non ci sono statistiche ufficiali su quanti iraniani lascino definitivamente il paese ogni anno. Ma secondo Hossein Abdoh Tabrizi, l'economista ed ex-Segretario Generale della Security and Exchange Organization of Iran, già nel 2018 1,5 milioni degli iraniani stavano aspettando il loro visto di emigrazione solo per il Canada e l'Australia.

Questa cifra equivale al 2% della popolazione totale e al 4 per cento di quelli di età inferiore ai 30 anni. Resta ancora sconosciuto quanti iraniani abbiano chiesto di emigrare in altri paesi e quanti richiedano asilo. Tuttavia, l'amarezza di questo movimento può essere sentita in uno scherzo che gli iraniani si raccontano: "La situazione nel paese è diventata tale che tranne Reza Pahlavi, il figlio dello Scià, che vive in America ma vorrebbe ritornare, tutti gli altri cercano di andarsene via".