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di Gaetano Scariolo


blogsicilia.it, 27 dicembre 2019

 

Si è tolto la vita nella sua cella, nel carcere di Cavadonna, Dmytro Steblovskyi, un ventiseienne ucraino. Secondo alcune fonti, il giovane era stato arresto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. In particolare, sarebbe stato al timone di una barca salpata da un porto della Turchia per raggiungere le coste della Sicilia.

Il suicidio si è verificato la vigilia di Natale ed a darne notizia è stato Pino Appren­di presidente di Ant­igone Sicilia. "Pare fosse in attesa della sentenza di appello. É? la 52esima persona che si suicida in carcere in Italia. Il carcere rimane un posto dove invece di pensare al recupero umano si persevera ad applicare pratiche punitive".

"Strutture fatiscenti e inesistenti percorsi di reinserimento", ha affermato il Garante Nazionale dei detenuti Mauro Palma, a seguito della visita alle carceri siciliane. "La salute mentale - dice Pino Apprendi - rimane uno dei più grandi problemi irrisolti. Finché? non si abbatte il muro di omertà, che vige sulle condizioni carcerarie, assiste­remo impotenti a continui atti di autolesionismo e tentativi di suicidio. Gli osservatori delle carceri di Antigone continueranno? il proprio lavoro di visite nelle carceri,? denunciando le "anomalie" tutte le volte che ne verranno? a conoscenza".

Sulla vicenda è intervenuta il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni. "Si tratta di una tragedia - dice Bongiovanni - che scuote tutti noi. Qui non c'entra la carenza di personale, purtroppo quando una persona subisce un crollo nervoso e decide di farla finita è difficile fermarla, specie quando non si avvertono sintomi". Dalle informazioni in possesso al Sippe, il giovane ucraino partecipava alla attività del carcere ma evidentemente è accaduto qualcosa, forse la sua permanenza in carcere in un periodo di festa gli avrebbe provocati gravi scompensi.