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di Damiano Aliprandi


Il Dubbio, 20 novembre 2019

 

Duro comunicato del Coordinamento nazionale. I Magistrati di Sorveglianza respingono la campagna mediatica sulla sentenza della Consulta sull'ergastolo ostativo che "rischia di compromettere le fondamenta stesse dello Stato costituzionale di diritto".

Duro il comunicato da parte del Coordinamento nazionale dei magistrati di sorveglianza (Conams), che riunito in Assemblea annuale, ha chiarito che "l'esercizio del potere discrezionale costituisce un connotato essenziale della giurisdizione rieducativa ed è patrimonio storico della Magistratura di sorveglianza fin dalla sua istituzione".

Inoltre stigmatizza l'espressione "semplici magistrati di sorveglianza" utilizzata in alcuni contributi giornalistici, sottolineando che sia in veste monocratica che collegiale, "hanno sempre esercitato tale discrezionalità in casi molto difficili, ad alto rischio e sotto elevata pressione ambientale, con senso di responsabilità e senza lasciarsi condizionare da indebite interferenze di qualsivoglia provenienza, rispondendo al proprio mandato istituzionale ed obbedendo alla propria coscienza e deontologia professionale". In sostanza, i magistrati ricordano che il loro compito era comunque già rischioso prima della sentenza che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4bis, comma 1, dell'Ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio in assenza di collaborazione con la giustizia.

Il Conams sottolinea anche che la decisione della Corte costituzionale, secondo quanto già emerge dal comunicato stampa, "rimette alla giurisdizione della Magistratura di sorveglianza il potere di valutare, mediante la necessaria acquisizione di note informative complete e di pareri adeguatamente motivati, in ossequio all'articolo 27 della Costituzione il percorso rieducativo del condannato, rigorosamente vincolato al positivo accertamento dell' interruzione di ogni collegamento con le associazioni criminali di appartenenza, in un numero ulteriore di casi ora sottratti alla sue valutazioni di merito", ma con accertamento che ogni giorno "tale magistratura già compie in materia di concessione dei benefici penitenziari ai condannati per uno dei reati contemplati dall'articolo 4bis e di valutazione in sede di reclamo sull'applicazione o proroga del 41bis".

Il Coordinamento nazionale dei magistrati di sorveglianza auspica quindi che "il pieno rispetto della professionalità e del rigore di una magistratura che da più di quarant'anni sovrintende all'esecuzione della pena detentiva, nel pieno ossequio della Costituzione e delle leggi, si accompagni alla riaffermazione dei principi fondamentali del diritto e del processo penale, consacrati nella tradizione dello Stato costituzionale di diritto".

Infine auspica che ogni progetto di revisione del sistema penitenziario valorizzi e rafforzi il ruolo e le funzioni della Magistratura di sorveglianza "quale garante sia della dignità e dei diritti dei detenuti nonché della finalità rieducativa della pena, sia della doverosa tutela delle esigenze di sicurezza, nel quadro di un più efficace contrasto corale dei molteplici e complessi fenomeni di criminalità organizzata".