sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Marino Bisso


La Repubblica, 13 novembre 2019

 

Da sette mesi è dietro alle sbarre per un furto da 60 euro compiuto perché quando assume droghe diventa un'altra persona. Non si controlla più perché è affetto dal disturbo bipolare, una patologia psichiatrica che alterna fasi depressive a fasi maniacali di eccitazione.

I soggetti che ne soffrono sono spesso inconsapevoli. Da anni sua madre lotta perché venga ricoverato e curato in strutture adeguata i Rems (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e non lasciato in una cella.

Lei è Loretta Rossi Stuart, sorella dell'attore Kim: "Giacomo l'ho visto ieri, resiste ma non ce la fa più. Da mesi, mio figlio è costretto a stare dietro le sbarre a Rebibbia perché non ci sono posti in una Rems. Non possiamo più tollerare che sia ancora lì devono dialogare i vari servizi". I soggetti in questione sono il Serd (Servizi per le Dipendenze patologiche), il Cim (Centro igiene mentale) e Rebibbia. "Il magistrato che segue Giacomo è pronto a trovare una soluzione ma ancora la risposta non sta arrivando, io l'aspetto".

Non si da pace Loretta che ieri ha denunciato, per l'ennesima volta, il dramma che sta vivendo durante la presentazione del docu-film "Io combatto" dedicato proprio alla sua battaglia per il figlio Giacomo Seydou Sy, un ragazzo bipolare costretto a stare in carcere per mancanza di posti nelle Rems. La sua storia è stata racconta alla Fondazione Don Di Liegro, alla presenza di Gabriella Stramaccioni, Garante Detenuti del Comune, Giusy Gabriele, presidente di Psichiatria Democratica e dell'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato.

Al centro dell'incontro non solo la storia di Giacomo ma la necessità di potenziare le Rems e la vera attuazione della riforma che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari. "Giacomo è un ragazzo di 25 anni, con la passione del pugilato e del rap. Non è un criminale ma un ragazzo bipolare che appena tocca la droga va fuori di testa - spiega la madre, che da sette anni lotta per curarlo - Ho fatto il possibile come madre ma non sono riuscita a fare anche il padre. A mio figlio continuo a dire "combatti e sali sul podio della vita".

"Giacomo è sequestrato all'interno di un carcere, sta in un posto dove non dovrebbe stare - commenta il Garante, Gabriella Stramaccioni - Il magistrato da un anno ha prescritto l'inserimento in una Rems ma da gennaio a oggi i posti non si sono liberati. E così Giacomo si ritrova rinchiuso a Rebibbia. La permanenza in carcere è dannosa per lui. Il nostro è un grido per i tanti Giacomo che troviamo nelle carceri. Parliamo di numeri contenuti una media dì 40-50 persone nel Lazio che aspettano di essere curate in luoghi idonei".

L'assessore alla Sanità Alessio D'Amato spiega che c'è bisogno anche di strutture intermedie, più flessibili anche per reati minori. "Su questo tema c'è stata un'apertura a ragionare da parte della magistratura, va capito bene il profilo del paziente che può andare in queste strutture e soprattutto quali sono i profili di sicurezza che la magistratura ci richiede. La legge nazionale codifica la Rems ma non le strutture intermedie.

Penso che riusciremo a partire nei primi mesi del 2020". Sulla vicenda interviene anche Ignazio Marino, ex senatore già a capo della commissione che portò alla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. "Quello che sta avvenendo a un ragazzo che si trova in carcere invece che in luogo idoneo alle cure, oggi, grazie alla nostra giurisprudenza e alla legge che abbiamo introdotto, è illegale. Non si può chiudere in carcere una persona che è stata riconosciuta come incapace di intendere e di volere, quella persona deve essere curata con la dignità che spetta a ogni essere umano".