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di Gianni Barbacetto


Il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2019

 

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, dopo gli stop di Strasburgo e della Consulta all'ergastolo ostativo sta lavorando a una proposta legislativa che rispetti la decisione della Corte costituzionale sull'ergastolo ostativo, ma non indebolisca la lotta alla mafia.

 

Come giudica gli interventi della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte costituzionale italiana, che hanno smontato la norma che subordinava la concessione dei benefici penitenziari alla collaborazione con la giustizia?

È un dramma, perché non si riconosce la pre-esistenza alla nascita dello Stato unitario italiano di alcune consorterie che hanno nel loro statuto un'identità in netto contrasto con lo Stato, monarchico prima e repubblicano poi. La legislazione antimafia è datata 1982.

Prima non esistevano le organizzazioni mafiose? Esistevano eccome. Rocco Chinnici sottolineava che Cosa Nostra rappresentasse un formidabile strumento di conservazione di equilibri sociali. Gratteri e Ciconte hanno dimostrato come le strutture di 'ndrangheta fossero funzionali a chi gestiva il potere.

Roberto Scarpinato ricorda che nella nostra storia repubblicana c'è un filo sotterraneo che si chiama stragismo, in cui le organizzazioni mafiose hanno svolto un ruolo da protagoniste, fin da Portella della Ginestra. Dunque, dobbiamo renderci conto che, come ci ripete Nando dalla Chiesa, siamo in guerra, una guerra non dichiarata con organizzazioni in netto contrasto con la Costituzione. La nostra legislazione antimafia serviva a riconoscere questo stato di perenne conflitto e a rendere le organizzazioni criminali più deboli, attraverso un trattamento penitenziario che, dopo la cattura dei mafiosi, spezzi i loro legami con l'organizzazione.

 

Che cosa fare, allora, concretamente? L'appello del Fatto Quotidiano è stato firmato già da 43 mila persone...

Noi stiamo lavorando al testo di un disegno di legge. Ci sono varie opzioni che sto approfondendo coi miei consiglieri. Manderò il testo a tutti i colleghi del Movimento 5 Stelle che sono in Commissione Antimafia, in Commissione Giustizia, in Commissione Diritti umani e in Commissione Affari costituzionali. Già ieri, io e il collega Mario Giarrusso abbiamo cercato di ragionare, nell'assemblea del Movimento, sui pro e i contro di cui dobbiamo tener conto.

 

I pro e i contro?

Sì, perché dobbiamo avere grande equilibrio e grande raffinatezza giuridica, dobbiamo tener conto delle indicazioni della Corte costituzionale, anche se raggiunte a stretta maggioranza, otto a sette. Dobbiamo rispettare le indicazioni della Consulta, senza creare una situazione di conflitto con la Corte.

Dobbiamo saper coniugare le esigenze, ravvisate dai giudici costituzionali, di tutela di una rieducazione che deve essere garantita, come vuole la nostra Costituzione, a tutti i detenuti, con le esigenze di tutela della societas per cui un mafioso continua a esserlo a vita, a meno che non si allontani dall'organizzazione criminale o non ne sia allontanato, perché passato dall'altra parte.

 

Lei in questi giorni è in Calabria a incontrare e discutere con gli attivisti del Movimento 5 Stelle. State decidendo che cosa fare alle prossime elezioni regionali? Un'alleanza con il Pd?

l Movimento 5 Stelle è nato in funzione pre-politica, etica, in difesa della legalità. Questo dovrebbe tenere insieme tutti, destra e sinistra. Ora, io rispetto tutti gli elettorati, di destra e di sinistra, perché ogni elettore merita rispetto.

Ma poi devo tener conto della realtà: accanto agli elettorati, ci sono gli apparati di partito. E l'apparato del Partito democratico in Calabria ha delle responsabilità politiche e morali enormi, tant'è che lo stesso Partito democratico nazionale ha deciso di rompere con l'attuale governatore della Calabria, Mario Oliverio.

Noi del Movimento dobbiamo tornare a essere non tanto la terza via, che è quella che si aggiunge alle due precedenti, ma tornare ai diritti-doveri della nostra Costituzione e che tutti, destra e sinistra, debbono riconoscere. Valorizzando i gruppi e le organizzazioni sociali sul territorio. Ma mi chiedo: in Calabria quali e quante reti sociali esistono? Ci sono poche associazioni e molto individualismo. Io vorrei che il Movimento diventasse il motore di una nuova socializzazione.

 

Potreste trovare una convergenza su una figura come Callipo candidato presidente della Calabria?

Non è il problema di un singolo. Io conosco e stimo Pippo Callipo, ma ritengo sbagliato fare riferimento a una sola persona. Tu puoi avere Maradona, ma lo scudetto lo vinci solo se attorno a Maradona ci sono Giordano, Garella, Careca, Bagni e tutti gli altri.