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di Luca Misculin


ilpost.it, 30 ottobre 2019

 

Le navi delle Ong continuano a restare per giorni in mare, i decreti sicurezza sono ancora lì e le soluzioni a lungo termine non si vedono. Il 31 agosto, nel pieno delle trattative fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle per formare un nuovo governo, il segretario del PD Nicola Zingaretti twittò un articolo di Repubblica che raccontava le storie di alcuni migranti soccorsi in mare dalla nave Mare Jonio della Ong Mediterranea. Come capitava in quei mesi a tutte le navi gestite dalle Ong, alla Mare Jonio era stato impedito di attraccare in Italia dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, sulla base del controverso "decreto sicurezza bis". "Queste cose non vogliamo più vederle. Non è umano. Fate scendere subito questi esseri umani", commentò Zingaretti.

Per via di questa e altre prese di posizione degli ultimi mesi, ci si aspettava che sull'immigrazione il secondo governo Conte sostenuto dal PD avrebbe modificato l'approccio intransigente di Salvini: è successo, ma solo in parte. Quando poi il governo è intervenuto su alcuni temi non affrontati da Salvini - come i rimpatri dei migranti irregolari - il risultato è stato giudicato poco soddisfacente dagli esperti di immigrazione.

Negli ultimi giorni, per esempio, il governo italiano ha negato la disponibilità dei propri porti alle navi di due ong che hanno soccorso decine di persone al largo della Libia. Il caso più grave è quello della nave Ocean Viking, gestita dalle ong Medici Senza Frontiere e SOS Méditerranée, che è rimasta per undici giorni nel tratto di mare fra Libia e Italia con a bordo 104 migranti, soccorsi il 18 ottobre. Fra le persone soccorse ci sono 41 minori e dieci donne, fra cui due incinte. Nel pomeriggio del 29 ottobre, il governo ha infine concesso il porto di Pozzallo, in Sicilia. L'altra nave bloccata è la Alan Kurdi, che tre giorni fa ha soccorso 92 persone e da allora è in attesa di poter sbarcare in Italia o a Malta.

Il governo italiano non ha ancora spiegato perché ci ha messo così tanto a concedere un porto alla Ocean Viking o perché non l'abbia ancora garantito alla Alan Kurdi. Soltanto due settimane fa, fra l'altro, la Ocean Viking aveva dovuto attendere pochi giorni prima di essere assegnata al porto di Taranto, in Puglia, dove furono sbarcati 176 migranti soccorsi in due distinte operazioni.

In casi come questo si intravedono comunque alcune differenze con la gestione di Salvini. Il nuovo governo per esempio non ha mai emesso i divieti di ingresso nelle acque italiane "per motivi di ordine e sicurezza pubblica": una possibilità prevista dal "decreto sicurezza bis", forse la più controversa fra le misure promosse da Salvini sull'immigrazione, dato che secondo diversi esperti non tiene conto di numerose norme del diritto internazionale e marittimo. E mentre durante la gestione di Salvini le navi delle Ong attendevano circa nove giorni prima dello sbarco - imposto a volte da autorità giudiziarie - col nuovo governo l'attesa è scesa a circa sei giorni.

Secondo un calcolo del ricercatore dell'Ispi Matteo Villa, inoltre, dall'insediamento del governo ad oggi - cioè in poco meno di due mesi - la percentuale delle persone soccorse dalle ong fra quelle arrivate in Europa è aumentata dal 10 al 18 per cento. Non è ancora chiaro se il dato mostri davvero un cambiamento di tendenza: va preso con le molle sia perché parliamo di numeri molto contenuti, alcune centinaia di persone concentrate in pochi sbarchi, sia perché due mesi sono un campione troppo ridotto per una valutazione solida.