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di Paolo Maddalena*


Il Sole 24 Ore, 15 ottobre 2019

 

La sentenza della Corte dei Diritti dell'uomo di Strasburgo, ma la Corte costituzionale può sindacare le decisioni della Cedu e dichiararle inapplicabili. Le Corti internazionali di giustizia stanno dando sempre maggiore prova della loro incapacità a valutare le reali condizioni di singoli Paesi, emettendo sentenze frutto di argomentazioni teoriche senza alcun rapporto con la realtà. Sorprendente è la sentenza della Corte dei Diritti dell'uomo di Strasburgo che ha accolto le richieste del capo mafia Marcello Viola, il quale era già stato condannato in Italia a 4 ergastoli.

Secondo la Corte di giustizia la condanna al carcere "duro" o "ostativo", cioè a vita e senza nessun altra possibilità di beneficio, sarebbe disumana, perché toglierebbe anche la speranza di uscire dal carcere. La Corte non tiene conto del fatto che tale tipo di pena è evitabile se il mafioso condannato si pente e collabora con la giustizia.

La Corte confonde la disumanità del carcere con la speranza di venirne fuori. E dimostra di non conoscere che i nostri carceri sono tutt'altro che disumani, tranne alcuni casi che devono essere assolutamente risolti. La Corte, inoltre, non valuta il fatto, storico e accertato, che i mafiosi mantengono per tutta la loro vita una convinzione non sradicabile di appartenere a una realtà sociale perennemente in contrasto con lo Stato e la legalità costituzionale.

Gli esempi sono numerosissimi. E, pertanto, cancellare la norma del carcere ostativo è fuori luogo. In una parola, la Corde dei Diritti dell'Uomo ha deciso in assenza di potere e la sua decisione è da ritenere giuridicamente nulla. Comunque, è da ricordare che le norme e le decisioni della Cedu sono norme "interposte" tra la Costituzione e la legge, il che significa che la Corte costituzionale può sindacare le decisioni della Cedu e dichiararle inapplicabili. La dizione "norme interposte" infatti significa che il giudice delle leggi, e cioè la Corte costituzionale, prima di decidere della validità o meno delle nostre leggi, deve stabilire se le norme e le sentenze Cedu siano conformi alla nostra Costituzione.

Insomma la Corte costituzionale ha giurisdizione sugli atti della Cedu (vedi sentenze 348 e 349 del 2007). In conclusione, un compito importante grava oggi sulla Corte costituzionale, poiché se essa non rimuove gli effetti di questa sentenza della Corte dei Diritti dell'Uomo, che ha competenza a farlo, vedremo che tutti i mafiosi ricorreranno alla Cedu e otterranno la loro scarcerazione. Un bell'effetto contro la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, posta nel nulla da una sentenza astratta della Cedu. La quale, ripetiamo, non valutato la natura e il contenuto del fatto oggetto della propria decisione.

 

*Vice presidente emerito della Corte Costituzionale e presidente dell'associazione "Attuare la Costituzione"