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di Alessia Marani


Il Messaggero, 14 ottobre 2019

 

Un detenuto italiano, Roberto Lumaca, 52 anni, si è tolto la vita, ieri notte, impiccandosi nella cella che condivideva con altri detenuti nel carcere romano di Regina Coeli. L'uomo si trovava nell'ottava sezione dell'istituto. La scoperta è avvenuta all'alba. "In quel momento a vigilare su un centinaio di detenuti c'era un unico agente della Penitenziaria", denuncia Daniele Nicastrini, segretario generale Uspp.

"Pur salvandone a decine da tentativi di suicidio da parte della Polizia Penitenziaria, unico baluardo a confrontarsi con tragici momenti - spiega il sindacalista- diventa difficile intervenire in tutti i casi che di solito avvengono nelle ore notturne, quando il numero per la vigilanza diminuisce per le note carenze e dove anche i compagni di detenzione stanno dormendo.

Chiudersi nel bagno della cella agganciare una striscia di qualsiasi simile ad una corda e lasciarsi andare diventa un rumore sordo avvolte totalmente non percepibile in sezioni detentive con corridoi lunghi anche 100 metri e altrettante celle e mura". Dal 2000 ad oggi sono oltre 1.000 i suicidi nelle carceri italiane (di cui circa 35 su 100 decessi nel 2019). Numeri a cui si aggiungono i suicidi degli stessi poliziotti. "Una condizione che genera stress negli operatori", conclude Nicastrini.