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di Franco Corleone


L'Espresso, 11 ottobre 2019

 

La Corte europea dei diritti umani ha confermato la sentenza Viola del 13 giugno scorso che applica all'Italia una giurisprudenza consolidata che considera contraria all'articolo 3 della Convenzione di Strasburgo una pena perpetua priva di una qualche prospettiva di liberazione del detenuto in conseguenza del percorso educativo.

È falso che ora i mafiosi torneranno in libertà. Altra falsità propalata quella che finirà il carcere duro. Si tratta di una confusione incredibile tra il 41bis e il 4bis. Se si elimina un automatismo assoluto che vieta di valutare la possibilità di concedere un beneficio previsto dall'Ordinamento penitenziario, torna la responsabilità della decisione alla magistratura di sorveglianza.

Quindi non si sostituirà un automatismo a un altro, ma tornerà un sistema che consentirà di esaminare i singoli casi nella loro concretezza. Va detto che è l'ergastolo che è incostituzionale e che non è stato dichiarato tale dalla Corte Costituzionale in quanto la pena poteva almeno come ipotesi non essere senza fine. Con l'ergastolo ostativo questo paravento era caduto.

Ora le lancette tornano al tempo della ordinarietà rispetto alla logica dell'emergenza. Forse per fare chiarezza assoluta va ripresa la battaglia per la cancellazione dell'ergastolo tout court. Gli esempi di Paesi senza questa pena condannata da Aldo Moro non mancano nel mondo. A cominciare dalla Norvegia che subì l'orrenda strage di Anders Breivik.