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di Felice Cavallaro


Corriere della Sera, 9 ottobre 2019

 

Il marito era uno dei tre agenti morti a Capaci: "Dicono che l'ergastolo è come la tortura. L'Europa non capisce, un po' come succede con i migranti". "Ma che mondo è? Praticamente l'Europa informa che hanno abolito il vero ergastolo, l'unico vero deterrente per frenare la violenza dei mafiosi".

A Rosaria Schifani, vedova di uno dei tre agenti dilaniati con Falcone a Capaci, non piace l'ermetico aggettivo "ostativo". "Meglio chiamarlo il vero ergastolo, come non capiscono i giudici della Corte europea. Perché le altre condanne a vita sono una finzione. L'ergastolo ostativo ce lo portiamo noi addosso. Noi familiari di vittime innocenti. Mentre i nostri morti per Strasburgo non hanno valore".

 

Una finzione?

"Il vero ergastolo non c'è più. Non commetti altri reati in carcere, mostri un atteggiamento remissivo, dai qualche informazione ed ecco la pena scendere a vent'anni o anche meno. La morte di una persona vale vent'anni? Ma almeno in questi casi qualcosa devi confessare o rivelare. Adesso si rischia di eliminare il "fine pena mai" pure per chi non offre notizie, per chi non si pente, per chi non chiede perdono. Un modo per garantire permessi premio e misure alternative a tutti".

 

Dall'altare lei tuonò contro i mafiosi dicendo "...vi perdono, ma inginocchiatevi..."

"Infatti io posso perdonare, la società può perdonare. Purché il mafioso si inginocchi davanti alle leggi dello Stato. Non deve solo pentirsi intimamente. Quello è un affare che riguarda il singolo criminale e Dio. E Dio non si fa prendere in giro. Noi dal mafioso ci aspettiamo che si inginocchi alle regole dello Stato. E se questo non accade perché non collabora, perché non offre informazioni utili a scardinare pezzi di mafia, vuol dire che merita di restare in carcere".

 

La Corte europea sostiene che sono vietati i trattamenti inumani...

"E dice pure che l'ergastolo è come la tortura. Ma così l'Europa sembra davvero lontana. Un po' come succede con i naufraghi del Mediterraneo. La mafia considerata come una storia che riguarda aree lontane. E invece le mafie sono nel cuore dell'Europa. La pena serve per ammonire, per difenderci. L'ergastolo parificato addirittura a tortura? Vivere in carcere sarebbe peggio che morire? No il peggio è la bomba che Brusca ha fatto esplodere per uccidere Falcone, la moglie e tre agenti fra i quali il mio Vito".

 

La Cassazione ha invece negato i domiciliari a Brusca che così rimane in carcere, dopo la condanna a 30 anni...

"E invece dovevano dargli l'ergastolo. Non mi piacciono nemmeno gli 80 permessi premio e il fatto che fra due anni tornerà in libertà. Tu ammazzi e ti danno premi...".

 

In questo caso un aiuto Brusca lo ha offerto, sostengono...

"Ma il cosiddetto "papello" di Riina prevedeva l'abolizione dell'ergastolo. Questo voleva la mafia. Chi uccide un proprio simile deve invece scontare una pena tale da fargli capire anche il dolore provocato nei familiari della vittima. Temo che ciò non accada, che non accettino le regole della società civile. E che gli effetti di questa sentenza si riversino su di noi".

 

Su di voi?

"I nostri cari erano pieni di vita. La loro morte per noi è stata un ergastolo a vita, come diceva la povera mamma di Roberto Antiochia, Saveria: ci hanno condannato all'ergastolo del dolore".