sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

L'Osservatore Romano, 17 settembre 2019


Il magnate dei media, Nabil Karoui, attualmente in carcere, e il costituzionalista Kaïs Saïed sono i due contendenti che si affronteranno al ballottaggio per la carica di presidente della Tunisia. È quanto indicano i primi exit poll di domenica sera che hanno registrato anche un netto calo dell'affluenza (45 per cento) rispetto alle elezioni precedenti.

Secondo le previsioni dell'agenzia Sigma Conseil, Saïed sarebbe in testa, sfiorando il 20 percento delle preferenze. Indipendente, conservatore, è un professore di diritto costituzionale che ha messo la lotta alla corruzione al centro della sua campagna elettorale.

Avrebbe conquistato il consenso soprattutto giovanile, proponendo misure che, accanto alla conferma del ricorso alla pena di morte, prevedono la condanna della depenalizzazione dell'omosessualità e del progetto di legge sulla parità di genere in tema ereditario. Ma il giurista, che si dichiara "non islamista", avrebbe inoltre proposto un programma chiaro e rigoroso di risanamento delle istituzioni statali e di ripresa economica.

I sondaggi avevano invece previsto risultati migliori per Karoui, che sarebbe rimasto appena sopra il 15 per cento. Il voto è stato comunque accolto come un successo dai simpatizzanti del fondatore di Nessma Tv. In carcere da agosto con le accuse di riciclaggio ed evasione fiscale, Karoui ha fatto leggere un messaggio di ringraziamento in cui ha sottolineato che "questo voto esprime la volontà di cambiamento auspicata dal popolo, di dire no all'ingiustizia, no alla povertà, no alla marginalizzazione e sì a uno Stato equo".

Durante la campagna elettorale, il tycoon avrebbe usato la propria rete televisiva per raccogliere fondi per la sua associazione caritativa Khalil Tounes. Così si sarebbe posizionato come il candidato "per il popolo" e per i poveri. Karoui, che si è definito "prigioniero politico", non è stato ancora condannato ed è in custodia cautelare preventiva. Sua moglie Salwa Smaoui, festeggiando il risultato in vista del ballottaggio di ottobre, ha annunciato che la difesa presenterà ai giudici una nuova domanda di liberazione al più presto.

L'aria di cambiamento cui allude Karoui è visibile anche nell'eterogeneità delle elezioni, dove i candidati erano ben 24, e i vincitori, secondo gli exit poll, per lo più indipendenti. Secondo i dati di Sigma Conseil, a seguire Saïed e Karoui, sarebbero Abdelfattah Mourou, il candidato del partito islamista moderato Ennahdha, l'indipendente ministro della Difesa dimissionario Abdelkrim Zbidi, e più in basso il primo ministro uscente Youssef Chahed. Sembrerebbe così superata l'opposizione binaria di campo islamista e progressista, così come il sistema dei partiti tradizionali, lasciando il posto a un orizzonte nel quale si evidenzia in primo luogo la disoccupazione giovanile ma anche una crescente frammentazione politica. Come accennato, l'affluenza alle elezioni, secondo quanto dichiarato dalla commissione elettorale, è stata del 45 per cento, in calo di 20 punti rispetto all'entusiasmo sollecitato solo 8 anni fa dalle rivolte della cosiddetta "Primavera araba". Le elezioni hanno seguito un periodo elettorale breve ma acceso, caratterizzato dalle reciproche accuse di corruzione tra candidati.