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di Mimmo Muolo


Avvenire, 15 settembre 2019

 

Il "grazie" di Francesco alla Polizia penitenziaria. Ai detenuti: "Abbiate coraggio, siete preziosi agli occhi di Dio". Il problema del sovraffollamento e il no all'ergastolo. "So che non è facile ma quando, oltre a essere custodi della sicurezza siete presenza vicina per chi è caduto nelle reti del male, diventate costruttori di futuro".

Così papa Francesco nell'udienza in piazza San Pietro ai cappellani delle carceri italiane, alla Polizia e al personale dell'Amministrazione penitenziaria. In piazza erano presenti in 11mila, in rappresentanza delle 190case di reclusione, guidati dall'Ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane, don Raffaele Grimaldi.

Alla polizia: "Grazie di essere tessitori di speranza" - "Anzitutto alla Polizia Penitenziaria e al personale amministrativo vorrei dire grazie - ha esordito il Papa. Grazie perché il vostro lavoro è nascosto, spesso difficile e poco appagante, ma essenziale. Grazie per tutte le volte che vivete il vostro servizio non solo come una vigilanza necessaria, ma come un sostegno a chi è debole - ha aggiunto il Pontefice - voi ponete le basi per una convivenza più rispettosa e dunque per una società più sicura. Grazie perché, così facendo, diventate giorno dopo giorno tessitori di giustizia e di speranza".

"Non dimenticatevi, per favore - aggiunge - del bene che potete fare ogni giorno. Il vostro comportamento, i vostri atteggiamenti, i vostri sguardi sono preziosi. Siete persone che, poste di fronte a un'umanità ferita e spesso devastata, ne riconoscono, a nome dello Stato e della società, l'insopprimibile dignità. Vi ringrazio dunque di non essere solo vigilanti, ma soprattutto custodi di persone che a voi sono affidate perché, nel prendere coscienza del male compiuto, accolgano prospettive di rinascita per il bene di tutti. Siete così chiamati a essere ponti tra il carcere e la società civile: col vostro servizio, esercitando una retta compassione, potete scavalcare le paure reciproche e il dramma dell'indifferenza".

"Le carceri non diventino polveriere di rabbia" - Francesco ha affrontato anche il problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari. "Un bel problema - ha detto - che accresce in tutti un senso di debolezza se non di sfinimento. Quando le forze diminuiscono la sfiducia aumenta. È essenziale garantire condizioni di vita decorose, altrimenti le carceri diventano polveriere di rabbia, anziché luoghi di ricupero".

Ai detenuti: "Coraggio, siete preziosi agli occhi di Dio" - "Una terza parola, che vorrei indirizzare ai detenuti - ha proseguito il Papa. È la parola coraggio. Gesù stesso la dice a voi. "Coraggio" deriva da cuore. Coraggio, perché siete nel cuore di Dio, siete preziosi ai suoi occhi e, anche se vi sentite smarriti e indegni, non perdetevi d'animo. Siete importanti per Dio, che vuole compiere meraviglie in voi".

"Non lasciatevi mai imprigionare nella cella buia di un cuore senza speranza, non cedete alla rassegnazione. Dio è più grande di ogni problema e vi attende per amarvi - ha aggiunto il Pontefice - Mettetevi davanti al Crocifisso, allo sguardo di Gesù: davanti a Lui, con semplicità, con sincerità. Da lì, dal coraggio umile di chi non mente a sé stesso, rinasce la pace, fiorisce di nuovo la fiducia di essere amati e la forza per andare avanti. Immagino di guardarvi e di vedere nei vostri occhi delusioni e frustrazione, mentre nel cuore batte ancora la speranza, spesso legata al ricordo dei vostri cari. Coraggio, non soffocate mai la fiammella della speranza".

"L'ergastolo non è la soluzione, ma un problema" - "L'ergastolo non è la soluzione dei problemi, ma un problema da risolvere" ha indicato il Papa. "Perché se si chiude in cella la speranza, non c'è futuro per la società - aggiunge il Pontefice - Mai privare del diritto di ricominciare! Voi, cari fratelli e sorelle, col vostro lavoro e col vostro servizio siete testimoni di questo diritto: diritto alla speranza, diritto di ricominciare. Vi rinnovo il mio grazie". E conclude: "Avanti, coraggio, con la benedizione di Dio, custodendo coloro che vi sono affidati. Prego per voi e chiedo anche a voi di pregare per me".