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di Antonella Mascali


Il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2019

 

Se qualcuno si aspettava l'arrivo in massa in Cassazione dei magistrati indignati per il più grosso scandalo della storia recente della toghe è rimasto deluso. L'aula magna dove si è svolta l'assemblea generale promossa dall'Anm aveva tante poltrone libere. Ci sarebbe stata molta più partecipazione se si fosse tenuta, ci confida qualcuno dell'Anm, "a botta calda", poco dopo che sono emerse le registrazioni sul tentativo di pilotare prima di tutto la nomina del procuratore di Roma.

Diversi, comunque, gli interventi, non solo dei vertici Anm, molto severi su quanto accaduto. "Fermezza" e "svolta" le parole d'ordine più invocate, oltre al richiamo sulla necessità di regole decisamente più stringenti per evitare le porte girevoli all'interno della magistratura (Anm, Csm, fuori ruolo) nonché in merito al rientro dei magistrati in politica, come proposto dal "parlamentino" dell'Anm.

Dall'Assemblea di ieri è arrivata l'ulteriore conferma che si prospetta un confronto-scontro Anm-Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulla riforma che ha punti che non piacciono al sindacato delle toghe, a partire dal sistema elettorale dei consiglieri del Csm.

Il ministro dalla prima ora aveva detto di essere favorevole a un sorteggio indiretto per frenare la correntocrazia mentre il presidente dell'Anm Luca Poniz, ieri, ha ribadito la posizione contraria dell'associazione: "È una riforma che contrasta con la Costituzione, perché elezioni e sorteggio non sono mai equiparabili".

Bisogna trovare, però, "forme più democratiche di partecipazione". Posizione ribadita dal segretario Giuliano Caputo: il sorteggio "non scalfisce le distorsioni torrentizie". I dubbi su come i magistrati possano ritrovare la retta via, se si parla di nomine e di lottizzazioni delle correnti, rimangono fra le stesse toghe, molte rimaste a casa.