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di Nicola Pinna


La Stampa, 15 settembre 2019

 

Dossier dell'Autorità anticorruzione: "Ingiustificati i trasferimenti dell'appuntato che accusò i colleghi". La legge sul whistle-blowing è in vigore anche in Italia dal 2017 e questo è il primo procedimento fatto scattare dall'Autorità anticorruzione per difendere un militare. Uno che ha fatto una denuncia rischiosa e che ha consentito di riaprire un'inchiesta scottante come quella sulla morte di Stefano Cucchi. Quel carabiniere, un appuntato con molti anni di esperienza e spesso in prima linea nella lotta agli stupefacenti, si chiama Riccardo Casamassima.

È lui che nel 2009 ha raccolto la confidenza di un collega e che solo nel 2015 ha trovato il coraggio di raccontare quella frase bisbigliata all'orecchio da un maresciallo: "È successo un casino, hanno massacrato di botte un arrestato". Quel racconto, a Riccardo Casamassima, è costato molto caro e per questo da due anni denuncia di essere finito nel mirino dei superiori. Da un giorno all'altro, l'appuntato si è ritrovato ad aprire e chiudere il cancello di una scuola militare. E dopo qualche mese è stato spostato in un ufficio senza competenze, costretto a passare le ore davanti a una scrivania vuota.

La nuova inchiesta - Il caso è finito ora nelle mani dell'Anac e nei giorni scorsi è stato aperto un "procedimento sanzionatorio" nei confronti di 6 alti ufficiali dell'Arma. Cinque generali e un colonnello, che ora dovranno rispondere di una serie di provvedimenti ordinati, e adottati direttamente, nei confronti del militare che ha fatto emergere la seconda verità sul caso Cucchi, una storia di depistaggi, di innocenti finiti sotto processo e di responsabilità scottanti venute a galla solo con molti anni di ritardo. L'inchiesta dell'Anac sui vertici dell'Arma non è ancora conclusa. E nessuno è stato condannato. Se questo fosse un processo penale, giusto per spiegare meglio la procedura, si potrebbe dire che per i 6 alti ufficiali è stato richiesto il rinvio a giudizio. I generali e il colonnello, dunque, hanno ancora il tempo di difendersi. Ma intanto il Comando generale sceglie di non commentare: "Aspetteremo l'esito degli accertamenti dell'Autorità anticorruzione".

Le accuse - Un primo pronunciamento, comunque, è già stato messo nero su bianco, nelle 6 pagine recapitate alle persone indiziate. Ciò che emerge dalla vicenda, dice l'Anac, sembra essere abbastanza chiaro: non basta la spiegazione dell' incompatibilità tra l'appuntato che aveva fatto la denuncia e il collega - poi finito sotto processo per quella verità scomoda - a giustificare i trasferimenti.

Eppure, a rileggere i provvedimenti firmati pochi giorni dopo la testimonianza di Riccardo Casamassima, l'unica motivazione era proprio l'incompatibilità tra militari. Ad aggravare il quadro, secondo il dossier consegnato all'Anac da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle e del Gruppo misto, ci sarebbero le punizioni che l'appuntato ha dovuto subire per aver denunciato sui social quella che lui - e gli avvocati Serena Gasperini e Giulio Murano che lo difendono - considerano un accanimento.