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di Francesco Battistini


Corriere della Sera, 15 settembre 2019

 

Magnate delle tv, socio di Berlusconi, era in testa ai sondaggi, poi la condanna. Vede la famiglia una volta la settimana, separato da un vetro. Divide cinque metri quadri di cella con due criminali comuni. Può guardare la tv, ma non partecipare ai talk. Ha il diritto di leggere libri e giornali, ma non d'usare telefono, tablet, carta e penna.

Oggi, non potrà nemmeno votare per se stesso. "Ammanettato come il conte di Montecristo", "oppresso come Mandela", "perseguitato come Berlusconi" - i suoi fan non risparmiano iperboli -, questa sera un detenuto del carcere della Mornaguia, il milionario Nabil Karoui, potrebbe essere uno dei due candidati ammessi al ballottaggio per la presidenza della Tunisia.

Tutti i sondaggi lo davano favorito già prima che la polizia l'arrestasse il 23 agosto, per una vecchia accusa d'evasione fiscale e riciclaggio. Ancor di più adesso che si dichiara "il primo prigioniero politico dalla caduta di Ben Ali", manda in giro la moglie Salwa a comiziare, tappezza Tunisi con lo slogan "il carcere non mi fermerà, ci vediamo alle urne!", racconta d'essere stato malmenato dai poliziotti che l'hanno bloccato a un casello dell'autostrada: quanto basta all'Ue e al Carter Center per dire che in queste elezioni non sono state garantite condizioni di parità.

C'era una volta la Primavera dei Gelsomini? L'unica rivoluzione araba scampata a guerre&galere? Otto anni dopo, il caso Karoui turba la Tunisia. Oscura gli altri 23 candidati alla presidenza. E cancella i temi della campagna elettorale: la crisi economica, la Libia, i diritti delle donne, la corruzione, il rimpatrio dei foreign fighter e del moribondo Ben Ali... "Siamo all'impasse - ammette il giudice amministrativo Ibrahim Bouslah -. Se Karoui va al ballottaggio, dev'essere scarcerato? E se viene eletto, vale l'immunità da capo dello Stato?".

I suoi avversari hanno provato a fermarlo in tutti i modi. Prima tentando di cambiare la legge elettorale, in vista delle politiche di ottobre. Ora, mandandolo al gabbio nella speranza che i tunisini non lo spediscano invece a Palazzo Cartagine. Forse, non si poteva fargli regalo migliore: "Il popolo è con me - dice il recluso - e Dio è sempre col popolo!".

Affari in Francia e nel Golfo, già amico di Ben Ali e di Gheddafi, padrone della pubblicità nel Maghreb e proprietario della tv Nessma ("dolce brezza") che contribuì alla fine sia del benalismo che del gheddafismo, socio della Mediaset berlusconiana e fin dagli anni craxiani del produttore Tarak Ben Ammar, viene da lontano la brezzolina che a 56 anni ancora spinge Karoui verso il potere.

Quando gli è morto un figlio in un incidente stradale, nel 2016, e soprattutto con la scomparsa in luglio del suo protettore politico, il presidente tunisino Essebsi, il Berlusconi magrebino ha accelerato il progetto politico. Il suo nuovo partito Al Cuore della Tunisia è un couscous di populismo e d'assistenzialismo che gli è valso lo sprezzante nomignolo di makrouna, il pastaio: una specie di welfare che imita la rete dei Fratelli musulmani, elargendo soldi e lavoro in un Paese dove il debito estero si mangia il 70% del pil e un ventenne su tre è disoccupato.

Con la sua tv, che i rivali han più volte cercato d'imbavagliare, Karoui ha gioco facile a manganellare anche dal carcere i principali candidati di questo voto: il premier Youssef Chahed, l'uomo che si vanta d'avere "evitato un disastro stile Grecia", agli occhi di Karoui colpevole d'aver tradito Essebsi e rotto col partito che avevano fondato insieme, Nidaa Tounes; l'ex ministro Abdelkrim Zbidi, altro superfavorito, che rivendica l'eredità di Essebsi ed è sostenuto proprio da Nidaa e dal potente sindacato che vinse il Nobel 2015 per la pace; infine la fratellanza islamista di Ennahda, prima formazione politica del Paese, che a Karoui non ha mai perdonato d'avere trasmesso in tv il blasfemo cartoon Persepolis di Marjane Satrapi. "Me li mangio tutti", promette dalla sua cella il Karoui unchained. Aspettando stasera, ha iniziato lo sciopero della fame.