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newsicilia.it, 12 settembre 2019

 

È morto dopo una lunga agonia il detenuto catanese Michelangelo Fichera, nella sua stanza di ospedale del Reparto Rianimazione di Siracusa. L'uomo era detenuto al carcere di Floridia, nel siracusano.

Il carcerato, nell'aprile scorso, mentre si trovava in cella, è stato colpito da un ictus. I tempi del ricovero in ospedale, però, avevano spinto la famiglia a sporgere querela per comprendere in che modo l'uomo fosse stato trattato in carcere prima del ricovero al nosocomio.

L'uomo sarebbe rimasto in stato vegetativo per tutti gli ultimi mesi, secondo quanto riferisce il presidente della Onlus "Sicilia Risvegli" Pietro Crisafulli. Con i familiari che potevano vederlo attraverso un vetro e parlargli attraverso un interfono, oppure entrare nella stanza la sera dopo avere indossato gli indumenti di sicurezza. Tutte comunicazioni a cui l'uomo, riferisce ancora Crisafulli, avrebbe risposto con dei movimenti degli occhi e poco altro.

Dopo essere stato colpito da un ictus era rimasto in stato di coma per dieci giorni dentro la sua cella, che condivideva con un altro detenuto, e solo dopo il suo trasporto all'ospedale i suoi familiari avevano potuto sapere cosa gli era successo. Proprio queste circostanze avevano spinto la famiglia a presentare una denuncia querela.

Nonostante le denunce della famiglia e delle Onlus che si erano occupate del caso, il calvario non è cambiato. "Non c'è stato nessun aggiornamento - dice Alessio Di Carlo - la denuncia che avevamo sporto con la famiglia non ha avuto nessun seguito e il detenuto di fatto è morto in rianimazione". Dello stesso parere Crisafulli, di Sicilia Risvegli: "Abbiamo fatto il possibile per spostarlo a Catania o comunque per alleggerire il suo regime, ma le nostre richieste non hanno mai avuto ascolto. Persino alla richiesta di avere una relazione clinica, necessaria per attivare qualsiasi spostamento o cura ad hoc, abbiamo sempre avuto risposte evasive". Crisafulli annuncia che continuerà a denunciare l'accaduto alla magistratura.