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di Lorenzo Boratto

 

 

La Stampa, 8 agosto 2019

 

Suicida in carcere al Cerialdo Modesto Barra, boscaiolo, 69 anni, di Gambasca. Unico imputato per la morte di Baldassarre Ghigo, 66 anni, di Fossano, avvenuta il 14 novembre 2015 a Gambasca. Barra si è impiccato nella sua cella a Cuneo l'altro pomeriggio.

Era solo in quel momento. L'accusa per lui era di omicidio volontario per un vecchio prestito di decine di migliaia di euro mai restituito. Il processo era quasi terminato di fronte alla Corte d'Assise di Cuneo (l'udienza era fissata tra un mese): doveva ancora essere sentito un testimone, Ionut Aliman, unico presente il giorno del presunto omicidio quando Barra e Ghigo si incontrarono.

Del testimone si sono perse le tracce: fra l'altro la Corte di Cuneo aveva disposto che le autorità romene sentissero il testimone, ma pochi giorni fa era stato confermato che l'uomo non era mai più tornato in Romania e non dava notizie ai familiari da tempo. Scomparso.

A Gambasca il cadavere di Ghigo fu trovato carbonizzato nella sua utilitaria distrutta da un rogo doloso. Le indagini avevano poi appurato che nell'alloggio di Barra c'erano tracce di sangue del fossanese e nell'auto andata a fuoco c'erano altre tracce di sangue, quello dell'imputato. Barra nel 2018 era stato sottoposto a obbligo di dimora e agli arresti domiciliari notturni, ma spesso "evadeva".

Per questo, su ricorso della Procura generale di Torino, il tribunale della libertà aveva emesso a marzo la misura cautelare della detenzione in carcere: Barra avrebbe potuto commettere altri reati o inquinare le prove. Il boscaiolo si era sempre professato estraneo ai fatti. "Sono innocente" aveva ripetuto durante interrogatori e udienze.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Cuneo e condotte dai carabinieri della Compagnia di Saluzzo insieme al Nucleo investigativo. I pm per due volte avevano chiesto l'archiviazione del caso, istanza sempre contestata dalle sorelle di Ghigo, parte offesa, difese dall'avvocato cuneese Gianmaria Dalmasso, che spiega: "La mole di indizi convergenti sull'omicidio era molto elevata e le possibilità di assoluzione erano molto limitate".

Oggi pomeriggio in carcere è prevista una visita dei Garanti regionale e comunale dei detenuti, Bruno Mellano e Mario Tretola. Spiega Mellano: "Ad aprile la giunta regionale aveva adottato un Piano di prevenzione dei suicidi in carcere, sulla base di linee guida nazionali, con la previsione che vengano fatti piani specifici per ogni istituto. Quello di Cuneo è il trentesimo in Italia da inizio anno".

Ancora Mellano: "Il Piano regionale prevede che ogni istituto si doti di uno staff multidisciplinare per valutare i rischi e le situazioni specifiche. Il documento per ogni carcere va presentato entro ottobre e si doveva anche indicare una figura di coordinamento, cosa che Cuneo aveva già fatto. Barra non aveva mai dati segni di disagio ed era in cella con un compagno, assente in quel momento, all'interno di un carcere molto sovraffollato".