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di Liana Milella


La Repubblica, 2 agosto 2019

 

Nuove scintille tra gli alleati. Dopo il consiglio dei ministri fiume di ieri, resta lo scoglio del processo penale. E stamattina dal Carroccio è arrivata una nuova stroncatura: "Riforma vuota e inutile, non la votiamo". Mentre il Guardasigilli replica: "Vogliono far saltare la prescrizione? Non permetterò giochini". Intanto l'Anm protesta: "Il sorteggio per il Csm è incostituzionale".

Nessuna tregua. All'indomani del Consiglio dei ministri, durato quasi nove ore, Lega e Cinque Stelle tornano sulle barricate. Il cuore della riforma voluta da Bonafede, il processo penale, non è passato. O meglio, è stato approvato con la formula "salvo intese" che equivale a una bocciatura. Così stamattina il partito di Salvini torna all'attacco. E lo stesso vicepremier lancia un messaggio che è quasi una minaccia di crisi: "O una riforma della giustizia è importante, vera, pesante, significativa che dimezza davvero i tempi del processo penale, o non siamo al mondo e al governo per fare le cose a metà".

La Lega: "Non votiamo una non riforma" - Già qualche ora prima era arrivato il primo attacco dal Carroccio "La Lega non vota una non riforma, vuota e inutile", si legge in una nota del partito. "Siamo al lavoro per una reale riduzione dei tempi della giustizia, perché ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e innocenti liberi. Sanzioni certe per magistrati che sbagliano o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali e un impegno per la separazione delle carriere e anche del Csm".

Insomma, una stroncatura per il testo del Guardasigilli. E poi Salvini ha pronunciato una frase importante: "L'accordo era e rimane che la sospensione della prescrizione entrerebbe in vigore se sarà operativa la riforma della giustizia. Se non sarà così vorrà dire che ci sono 60 milioni di italiani processabili a vita". Insomma, per la Lega senza riforma del processo penale salta anche lo stop alla prescrizione dopo il primo grado prevista dalla legge Spazza-corrotti.

Bonafede: "Non governate con Berlusconi" - Durissimi anche i toni usati dal Guardasigilli. "La separazione delle carriere dei magistrati e la riforma delle intercettazioni - dice Alfonso Bonafede - sono i due punti forti della politica sulla giustizia di Silvio Berlusconi. Dico alla Lega che sono aperto a tutte le proposte, ma non stanno governando con Silvio Berlusconi. Se lo mettessero in testa". E ancora: "Quando arrivano no a prescindere e si pescano argomenti qua e là che nulla hanno a che fare con la riduzione dei tempi dei processi, mi viene il dubbio che l'obiettivo sia far saltare la riforma della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio. Ho scritto la Spazza-corrotti, non permetterò a nessuno di fare giochini per far saltare la legge sulla prescrizione". Parole insolitamente dure per un ministro normalmente incline alla mediazione.

I punti di intesa e quelli di contrasto - Ma su cosa si è raggiunta un'intesa nel consiglio dei ministri di ieri? E cosa divide ancora i gialloverdi? Non è bastata la riduzione dei tempi del processo da 9 a 6 anni (altrimenti le toghe rischiano un illecito disciplinare). Resta lo scoglio della prescrizione a separare gli alleati. Il via libera è arrivato solo su due capitoli del testo. Per il processo civile è previsto uno snellimento dei tempi.

Si riducono i casi in cui il tribunale giudica in commissione collegiale e vengono fissati tempi più stringenti per la fissazione delle udienze. C'è poi una stretta anche sui casi in cui è possibile ricorrere in appello. È previsto l'obbligo che il deposito degli atti avvenga per via telematica e la notifica dei documenti deve essere eseguita con posta elettronica certificata.

Per quanto riguarda il Csm - riforma presentata come urgente dopo l'inchiesta nata dal caso Palamara - il numero dei consiglieri viene portato a 30: i 20 togati dell'organo di autogoverno dei giudici saranno eletti con un primo sorteggio tra 9.500 magistrati. Successivamente ci sarà un voto sui sorteggiati. Su questo c'è l'altolà dell'Anm. "Il sorteggio è incostituzionale. La norma oggi in vigore in Costituzione prevede l'elezione dei magistrati. E sorteggio ed elezione sono due cose tra loro inconciliabili". Per quanto riguarda i laici eletti dal Parlamento, non devono aver ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi alle Camere, al governo, al Parlamento europeo, nelle regioni, o alla guida di Comuni con più di 100mila abitanti.

Arriva poi uno stop al cosiddetto sistema delle porte girevoli. Ci saranno cioè regole più rigide per i magistrati che entrano in politica. I magistrati che hanno avuto incarichi in Parlamento, nel governo o negli enti locali, non potranno tornare a fare i magistrati ordinari (potranno avere solo incarichi amministrativi). Mentre i consiglieri uscenti non possono presentare domanda per incarichi direttivi per 4 anni. Infine viene fissato un tetto per i compensi dei consiglieri.

La Lega, che punta alla separazione delle carriere, vorrebbe però due Consigli superiori separati, uno per i magistrati inquirenti, l'altro per i requirenti. Le divergenze riguardano poi l'accesso alla professione (la riforma Bonafede elimina l'obbligo di un corso di perfezionamento per accedere al concorso, il Carroccio punta a un iter più lungo e più severo). Ma i nodi essenziali, che hanno reso impossibile l'intesa, sono due. Innanzitutto la prescrizione. La legge "Spazza-corrotti" prevede che dopo la sentenza di primo grado non decorrano più i tempi. Ma la novità non è mai piaciuta alla Lega. Il vicepremier Salvini e la ministra Bongiorno erano già riusciti a far slittare l'entrata in vigore della norma al gennaio 2020 in attesa del nuovo processo penale, e ora stanno frenando la riforma. C'è poi lo scoglio delle intercettazioni. Nel testo di Bonafede non è prevista una riforma di questo capitolo mentre il partito di Salvini vorrebbe limitare gli ascolti e bloccarne la pubblicazione.