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camerepenali.it, 2 agosto 2019


La riforma Bonafede naufraga per l'ennesimo gioco di veti incrociati interni alla attuale maggioranza. Come verrà assolto ora il pubblico impegno, assunto dal Ministro Bongiorno a nome del Governo, e d'altronde mai smentito da alcun esponente 5 Stelle, di revoca della vergognosa riforma della prescrizione in assenza di una efficace riforma dei tempi del processo? Come disinnescheremo la "bomba atomica"? Questo il tema sul quale i penalisti italiani assicurano sin da ora il proprio impegno strenuo, fino a quando quell'impegno non verrà onorato, e quell'abominio cancellato dal nostro sistema giuridico.

La riforma Bonafede sulla riduzione dei tempi del processo penale nasce come condizione posta dalla Lega per assicurare i propri voti alla abrogazione della prescrizione dei reati dopo la sentenza di primo grado inserita nella Spazza-corrotti, differita al 1 gennaio 2020 e definita dal Ministro Bongiorno una "bomba atomica" scagliata sulla giustizia penale del nostro Paese.

Fu sempre il Ministro Bongiorno a rendere pubblico "l'accordo tra gentiluomini" siglato con i 5 Stelle: varo ed approvazione di una efficace riforma dei tempi del processo penale entro novembre 2019, altrimenti revoca di quella norma "bomba atomica".

Il Ministro istituisce un tavolo di consultazione aperto ad Ucpi ed Anm, i quali si accordano nell'indicare al Ministro tre assolute priorità per la riduzione dei tempi: potenziamento dei riti alternativi (patteggiamento ed abbreviato), rafforzamento della funzione di filtro della udienza preliminare, depenalizzazione. Il Ministro Bonafede recepisce quella unitaria indicazione, lasciando fuori tutte le altre proposte sulle quali non vi era intesa tra le parti (abolizione del divieto di reformatio in peius, gravi limitazione del diritto di appello, limitazioni alla formazione della prova nel dibattimento, etc.).

Senonché il testo di legge delega finalmente presentato dal Ministro Bonafede risulterà mutilato di due pilastri fondamentali: tutte le norme che potenziavano il patteggiamento, e l'intera parte dedicata alla depenalizzazione dei reati contravvenzionali. Il Ministro ci informa che lo ha preteso la Lega. Ne prendiamo atto, ma così l'intervento riformatore perde ogni senso ed efficacia. Non farà danni, ma è obiettivamente acqua fresca.

In Consiglio dei Ministri la Lega esprime dissenso dalla riforma Bonafede sul processo penale, perché non c'è la separazione delle carriere, né la riforma delle intercettazioni. Ci limitiamo qui ad osservare che si tratta di temi sin dal primo giorno del tutto estranei alla logica ed alle finalità della legge delega, che non intendeva "riformare il processo penale" ma più semplicemente intervenire per ridurre i tempi dei processi.

Quanto alla separazione delle carriere, da sempre riforma-simbolo dell'impegno politico delle Camere Penali Italiane, segnaliamo che la riforma è già in discussione in Commissione Affari Costituzionali presso la Camera dei Deputati. È la nostra legge di iniziativa popolare, sottoscritta da 72mila cittadini tra i quali proprio Matteo Salvini. Basta adottarla ufficialmente, e sostenerla con determinazione nel suo percorso parlamentare fino alla sua approvazione, per assicurare davvero, e non solo a parole, una riforma epocale oltre che largamente popolare della giustizia penale in Italia.

Quanto alle norme che riformano alcune parti dell'ordinamento giudiziario, esse sono un fuori sacco inserito dal Ministro senza mai averci nemmeno consultato. Su di esse ci limitiamo ad osservare che la riforma dell'ordinamento giudiziario non si improvvisa con qualche norma-spot, meno che mai introducendo il sorteggio per la elezione dei membri del Csm, una autentica umiliazione delle regole democratiche e dei principi costituzionali sull'elettorato attivo e passivo.

È dunque chiaro che la riforma Bonafede naufraga non per questioni di merito, ma per l'ennesimo gioco di veti incrociati interni alla attuale maggioranza. A noi preme ora che si risponda ad una semplicissima domanda: come verrà assolto il pubblico impegno, assunto dal Ministro Bongiorno a nome del Governo, e d'altronde mai smentito da alcun esponente 5 Stelle, di revoca della vergognosa riforma della prescrizione prossima ad entrare in vigore il primo gennaio 2020 in assenza di una efficace riforma dei tempi del processo? Come disinnescheremo la "bomba atomica"? Questo il tema sul quale i penalisti italiani assicurano sin da ora il proprio impegno strenuo, fino a quando quell'impegno non verrà onorato, e quell'abominio cancellato dal nostro sistema giuridico.