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di Concetto Vecchio


La Repubblica, 2 agosto 2019

 

"Non mi faccio intimidire dalle squadracce di Salvini", dice a sera il deputato renziano Ivan Scalfarotto. La sua ispezione a Regina Coeli martedì, dove ha incontrato i due assassini del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, è finita prontamente nel mirino delle bocche di fuoco social del ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Anche il Pd ne ha preso le distanze. Il segretario Nicola Zingaretti l'ha definita "un'iniziativa personale", l'europarlamentare Carlo Calenda l'ha spiegata con un colpo di calore, e il deputato Emanuele Fiano ha detto che "Ivan ha invertito l'ordine delle priorità".

È stata la foto bendata scattata in caserma ad uno dei due arrestati a indurlo ad andare in carcere, "nel rispetto delle mie prerogative di parlamentare. L'Arma ha subito stigmatizzato quello scatto, Salvini no, l'ha rilanciato, per chiedere ai suoi "ma vi pare una foto choc?".

"Sono andato a vedere, a titolo personale, se l'habeas corpus, per cui nessuna persona che si trova in mano allo Stato, nemmeno il peggior criminale, può essere punito se non in forza di un giudizio legale, è stato rispettato. Questo si chiama stato di diritto".

Quel che è accaduto dopo - a prescindere da quel che ognuno possa legittimamente pensare del gesto politico di Scalfarotto - è istruttivo sulla temperatura civile del Paese. Mercoledì mattina Scalfarotto posta l'articolo sulla visita, pubblicato da La Stampa, sul proprio profilo Facebook, e fino alle 22 non suscita alcun interesse degno di nota. Poi Salvini decide di condividerlo.

A caratteri cubitali scrive "pazzesco!!!" e vi aggiunge due righe: "Il Pd va in carcere a verificare che il criminale americano non sia stato maltrattato. Non ho parole". In poco tempo il post viene condiviso 25mila volte, ottiene 31mila commenti, incamera 44mila like. Scalfarotto ha calcolato che è stato letto da 340mila persone. Il parlamentare pd finisce seppellito sotto una valanga di insulti sanguinosi.

La critica che gli viene rivolta nel merito è di non essere andato a trovare la vedova del carabiniere: a mettere in fila le ingiurie, molte delle quali qui sono irriferibili, si ha il quadro di un linciaggio. E mentre il popolo di Matteo lapidava Scalfarotto, per non essere da meno col ministro, anche il sottosegretario M5S Carlo Sibilia ci aggiungeva il suo carico: "Questo deputato Pd ha scelto di andare a trovare l'assassino in carcere. Voi che ne pensate? Per me è rivoltante. Vada in carcere, ma esca da Parlamento".

Di fronte all'onda sollevata, Matteo Salvini rilanciava con un altro post: "Noi stiamo con i carabinieri, qualcun altro va a trovare delinquenti. Noi stiamo con gli italiani, qualcuno evidentemente ha altri interessi. Pd, sempre dalla parte sbagliata", e posta una doppia foto di Scalfarotto e di Sandro Gozi, il Pd appena nominato consigliere del governo francese. Perché, Scalfarotto, non è andato a trovare la vedova? "Non l'ho fatto per discrezione e rispetto. Se mi sarà data l'opportunità, quella sarà l'unica visita commossa e sentita".