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di Fabrizio Ferrante


Ristretti Orizzonti, 2 agosto 2019

 

I Radicali per il Mezzogiorno Europeo hanno svolto oggi, primo agosto, una visita all'interno del carcere napoletano di Poggioreale. Come sempre la delegazione radicale è stata guidata dall'avvocato Raffaele Minieri ma oggi al seguito della pattuglia di militanti è stata presente Roberta Gaeta, assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli, recentemente attiva in prima persona affinché fosse istituito il garante cittadino dei detenuti, come da tempo richiesto dai Radicali per il Mezzogiorno Europeo. Ad accompagnare la delegazione il Commissario Capo Valentina Giordano e la vice direttrice Carmen Forino.

I detenuti presenti ad oggi a Poggioreale sono 2114 su una capienza di 1569. Il sovraffollamento resta anche se leggermente meno rispetto a qualche mese fa. Questo a causa del trasferimento di parecchi detenuti da padiglioni come il Salerno (che sarà ristrutturato, presto sarà pronto anche il Venezia) presso il carcere di Secondigliano e anche fuori regione. Appena 270 i detenuti impegnati in mansioni lavorative interne al carcere, i cosiddetti lavoranti, mentre sei sono i ristretti in articolo 21, con possibilità di lavoro esterno.

L'istruzione a Poggioreale parte dai corsi di scuola dell'obbligo e di alfabetizzazione, corsi per stranieri oltre a 400 ore di ex scuola media e 825 ore di post scuola media, ovvero il biennio dell'istituto tecnico, anch'esso presente in struttura e sul punto di sfornare i primi diplomati. Novità in arrivo da settembre quando saranno varati il corso per odontotecnico e due corsi regionali da 600 ore di aiuto cuoco e tecnico del suono. Entrambi i corsi verranno frequentati da dieci detenuti ciascuno. È inoltre attivo un progetto di riciclo toner e un progetto agricolo su un'area un tempo abbandonata, tre detenuti lavorano nell'officina per auto mentre a ottobre potrebbe finalmente essere ultimata la pizzeria (per cominciare a uso interno) con inoltre 15 detenuti che saranno impegnati nel corso di formazione.

A Poggioreale lavorano 15 educatori laddove ne sarebbero previsti 20; ci sono inoltre undici psicologi ai quali spetta anche il gravoso compito di occuparsi dei nuovi giunti cosa che, osservano dalla struttura, toccherebbe all'Asl. Sul fronte sanitario, sono diversi gli specialisti presenti da due a cinque o sei giorni alla settimana ma nonostante ciò le liste d'attesa sono sempre lunghe. Servirebbero più ore ma anche spazi maggiorni, viene rilevato. La conseguenza è che, pur non mancando farmaci e presidi sanitari in struttura, i tempi in cui questi vengono erogati sono sempre troppo lunghi. Mancano inoltre infermieri e O.S.S. e addirittura, ad oggi, a Poggioreale vi è solo un infermiere ogni 300 detenuti. Vi sono inoltre difficoltà per i ricoveri all'esterno per mancanza di posti.

Il primo padiglione visitato è stato il padiglione Genova, il più nuovo al momento aperto, dove sono ristrette 90 persone in 94 posti disponibili. Si tratta di detenuti in via definitiva. Il padiglione sfoggia non solo pareti pulite e celle che somigliano a mini appartamenti ma anche librerie fornite e attrezzi da palestra in ottimo stato. Il regime delle celle aperte vige dalle 8:30 alle 20:30 con chiusura tra le 12 e le 13 e tra le 15:30 e le 16:30 e non mancano attività ricreative e formative. Quindi la delegazione è passata nel padiglione Avellino che ospita 166 detenuti in 368 posti. Sono tutti detenuti di alta sicurezza e qui non vige il regime delle celle aperte. I ristretti possono godere solo di due ore d'aria al mattino e altrettante nel pomeriggio.

Spazio quindi per quello che, ad oggi, appare senza dubbio il padiglione peggio messo dell'intero carcere sul quale, curiosamente, non si prevedono al momento interventi sebbene la situazione strutturale sia allo stremo. Il padiglione Milano ospita 300 detenuti in uno spazio che potrebbe contenerne 375. La fatiscenza è evidente già nei corridoi all'esterno delle celle con pareti scrostate e feritoie da cui fuoriescono topi, insetti e scarafaggi, hanno raccontato alcuni detenuti. Le celle non presentano docce, quelle sono in comune e in pessime condizioni anch'esse con le immancabili muffe sulle pareti, i bagni delle stanze sono spesso rotti e l'acqua calda è disponibile solo dalle 8 alle 11. I detenuti sono costretti a cucinare negli stessi spazi dove sorgono i servizi igienici. Il regime delle celle aperte funziona tra le 8:30 e le 12, tra le 13 e le 15 e tra le 16:30 e le 18:30 ma i detenuti lamentano la totale assenza di spazi per la socialità, di una piccola palestra o di qualunque cosa possa tenerli impegnati. In pratica non hanno nulla da fare. Problemi anche per quanto riguarda le cure mediche con i detenuti che temono il pericolo di infezioni mentre secondo un ristretto "siamo rovinati, manca la dignità". Eppure l'ingegno dei detenuti ha portato a dei veri e propri piccoli miracoli nel tentativo di migliorare la situazione. Fogli di carta da block notes o pagine di riviste sono stati usati come carta da parati con l'intento di coprire pareti ammuffite quando non bucate.

Quindi la delegazione radicale si è spostata nel padiglione Roma, che ospita 283 fra transessuali, tossicodipendenti e sex offenders. Il gruppo è andato a fare visita alle sette transessuali ad oggi presenti a Poggioreale e anche qui come nel padiglione Milano vi sono problemi strutturali, docce in comune, ambienti fatiscenti e pareti ammuffite. Le stanze sono tutte singole e anche qui vige il regime delle celle aperte. Infine i Radicali hanno fatto visita agli ammalati nel centro clinico San Paolo, dove al momento vi sono 64 ristretti in 75 posti. I detenuti, in questo caso, lamentano il regime delle celle chiuse.

Uno sguardo infine alla pianta organica della polizia penitenziaria: 736 presenze ad oggi e 792 forze amministrate. Un dato ritenuto insufficiente per coprire un carcere come Poggioreale. Un carcere, quello napoletano, destinatario di 15 milioni stanziati dalla sovrintendenza per i beni culturali per rifare alcuni padiglioni fra cui il Salerno. Resta da capire se e quando tale ingente somma sarà effettivamente impiegata per rifare, in primis, il padiglione Milano che rimane di gran lunga il peggiore di una struttura che fra suicidi, rivolte e problemi vari, non vive un momento facile.