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di Emilio Enzo Quintieri*


corrieredellacalabria.it, 27 luglio 2019

 

Si chiamava Golomaschi Antonio Petru, era un cittadino rumeno senza fissa dimora ed incensurato: da tempo presente a Reggio Calabria era stato arrestato il 16 luglio scorso dalla Polizia per un presunto sequestro di minore. Si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella del carcere Arghillà del capoluogo dello Stretto.

Nonostante il suo legale d'ufficio, Valentino Mazzeo, avesse chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale locale di disporre per lui una perizia psichiatrica, e nelle more il ricovero in una struttura sanitaria esterna, poiché probabilmente affetto da gravi disturbi psichiatrici, come emerso già all'atto dell'arresto, il Giudice aveva respinto l'istanza, confermando la custodia in carcere.

Nelle carceri calabresi si continua a morire. Ed il Consiglio regionale della Calabria (che si riunirà il 1° agosto) continua a non eleggere il Garante Regionale dei Diritti delle persone detenute o private della libertà personale, nonostante espressamente diffidato ad adempiere.

Si tratta della solita tragedia annunciata. Mi domando per quale motivo il Gip di Reggio Calabria non abbia accolto la richiesta del difensore disponendo una consulenza psichiatrica ed il ricovero in una struttura sanitaria per questo poveraccio, anziché tenerlo nel sovraffollato Carcere di Arghillà (360 detenuti presenti a fronte di una capienza di 302 posti), Istituto in cui peraltro risulta carente, oltre al personale di Polizia Penitenziaria (113 unità a fronte delle 160 previste dalla pianta organica) e della professionalità giuridico pedagogica (4 funzionari a fronte dei 7 previsti), l'assistenza sanitaria ed in modo particolare quella specialistica di tipo psichiatrico (6 ore settimanali con circa 100 detenuti con problemi psichiatrici di cui circa 30 ad alto rischio suicidario) nonché quella psicologica (8 ore settimanali).

Ad oggi, sono 77 i detenuti morti negli Istituti Penitenziari d'Italia, 28 dei quali per suicidio. Ed in Calabria, in questi pochi mesi del 2019, sono morti 4 detenuti, 2 dei quali si sono tolti la vita. Segnalerò l'ennesimo vergognoso decesso e solleciterò la presentazione di una Interrogazione Parlamentare a risposta scritta ai Ministri della Giustizia e della Salute per conoscere la dinamica e le cause della morte del detenuto e se durante la sua permanenza in Istituto abbia avuto tutta la sorveglianza e l'assistenza sanitaria di cui aveva bisogno, in forma adeguata ed efficiente.

 

*Radicali Italiani