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di Marco Lignana

 

La Repubblica, 18 luglio 2019

 

I pasti dei migranti erano frattaglie, cibo per animali: "Cuore, polmone... costa un euro, un euro e mezzo al chilo, meno del pollo. E loro lo mangiano". Ma quelle persone, quegli ultimi sbarcati in Italia fra speranza e disperazione, non solo venivano malnutriti. Pure sottomessi, umiliati: "L'ho preso per i capelli, gli ho tirato un calcio nelle giunture delle gambe, si è inginocchiato da solo... vai a cambiarti va!

Che adesso ti faccio diventare bianco, dai il bianco ai muri!". Le intercettazioni in mano a Guardia di finanza di Sanremo e procura di Imperia raccontano il più bieco e meschino degli sfruttamenti: quattro arrestati per truffa ai danni dello Stato, tre indagati a piede libero fra i quali l'attuale capo di gabinetto della Prefettura di Torino, Alessandra Lazzari.

L'indagine in mano alla pm Maria Grazia Pradella ha messo a nudo quanto commesso da soci e consulenti della cooperativa di Cuneo "Caribù", che fino a ieri gestiva due centri di accoglienza temporanea nel ponente ligure, a Sanremo e Vallecrosia. Secondo il gip che ha ordinato le quattro custodie in carcere, i migranti venivano "trattati come animali".

E nel frattempo gli indagati intascavano soldi sporchi. Fino a un milione e 300mila euro. Del resto, raccontavano, "centoventi migranti per 30, vuol dire che fanno 3.600 euro al giorno... per 31 giorni sono 111mila euro al mese". Il "guadagno" avveniva usando una minima parte dei fondi ricevuti, o facendosi rimborsare dalla prefettura fino a sette volte la stessa fattura, o ancora dichiarando molti più migranti di quelli presenti.