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di Virginia Piccolillo

 

Corriere della Sera, 6 giugno 2019

 

Cosa hanno fatto per sollevare i dubbi di Salvini? Tutte e tre hanno preso provvedimenti su migranti e sicurezza, in contrasto con quelli del Viminale. Sono tre donne i giudici che hanno suscitato ieri la presa di posizione del ministro Matteo Salvini: la presidente della seconda sezione del Tar della Toscana Rosaria Trizzino, la presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna Matilde Betti e il magistrato del tribunale di Firenze Luciana Breggia.

Cosa hanno fatto per sollevare i dubbi di Salvini? Luciana Breggia è il giudice del Tribunale di Firenze, relatrice della sentenza che ha dichiarato inammissibile il ricorso del ministero contro l'iscrizione all'anagrafe di un immigrato. Il titolare del Viminale ha sottolineato ieri che in dibattiti pubblici ha censurato la parola "clandestini".

Ha partecipato alla presentazione del libro dell'avvocato dell'Asgi Maurizio Veglio dal titolo "L'attualità del male, la Libia dei lager è verità processuale". Molto stimata da avvocati e colleghi, Luciana Breggia è presidente degli osservatori sulla giustizia civile che promuove le buone prassi ed è a capo della sezione immigrazione. I colleghi la descrivono come una lavoratrice instancabile e una vera autorità in una materia complessa e sempre in evoluzione come l'immigrazione.

Matilde Betti è il presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna che il 27 marzo 2019 non ha accolto il ricorso proposto dal ministero dell'Interno contro la decisione del giudice monocratico del capoluogo emiliano che disponeva l'iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri. Il Viminale faceva notare che scrive per la rivista "Diritto, immigrazione e cittadinanza", sensibile ai temi sul diritto di asilo.

Non è piaciuta a Salvini neanche la partecipazione di entrambe al dibattito "Dovere d'accoglienza" organizzato da Asgi, Libera e Magistratura democratica. Carlo Sorgi, segretario della sezione bolognese di Md, ieri ha sentito Matilde Betti al telefono: "È completamente serena fa il suo lavoro con grande serietà e con grande impegno. Abbiamo commentato la pochezza di queste cose rispetto a fatti più gravi come la vicenda del Csm. Ha ricevuto attestati di stima da ogni parte". Rosaria Trizzino, infine, è la presidente della sezione del Tar che ha bocciato le "zone rosse": anche lei collabora con la rivista sui diritti degli immigrati.