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La Repubblica, 6 giugno 2019

 

L'alto commissario Onu per i rifugiati rivela: stiamo cercando di portare via il maggior numero di persone. Ma i nuovi detenuti sono sempre di più. A livello mondiale, i profughi sono oltre 70 milioni. Il numero più alto dalla fine della seconda guerra mondiale.

"Quello che ho avuto davanti agli occhi nei centri di detenzione in Libia non l'ho mai visto in nessun'altra parte del mondo. Si tratta di veri e propri campi di concentramento. L'Unhcr sta cercando di portare via il maggior numero di persone possibile ma non si tratta certo della soluzione al problema. Dovrebbe essere la politica a prendere in mano la situazione e cercare di risolverla definitivamente". A dichiararlo è l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, intervenuto a Trento al 14° Festival dell'Economia.

Interventi ormai quotidiani. A causa dei violenti scontri e del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza a Tripoli, gli interventi in Libia dell'Unhcr sono sempre più intensi. L'ultimo il 30 maggio: 149 persone tra rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili, provenienti da Eritrea, Somalia, Sudan ed Etiopia, sono state evacuate e trasferite a Roma. Molti di loro erano malnutriti e hanno necessitato di cure mediche. Tra loro, 65 minori di cui 13 di meno di un anno; uno è nato appena due mesi fa.

Il gruppo è stato trasferito dal Centro di Raccolta e Partenza dell'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dopo mesi trascorsi in condizioni disperate all'interno dei centri di detenzione in altre zone della città. Pochi giorni prima, un altro trasferimento: in quel caso, 62 rifugiati sono stati evacuati da Tripoli in direzione Timisoara (Romania), prima di proseguire il viaggio verso la Norvegia, che ha dato disponibilità all'accoglienza. La punta di un iceberg. Ma il problema rimane: i detenuti nei centri libici aumentano più rapidamente di quanti ne vengano evacuati: da inizio anno, mille rifugiati sono stati portati fuori dal Paese africano ma, nel solo mese di maggio, oltre 1200 persone sono state riportate indietro dalla guardia costiera libica, dopo essere state intercettate in mare.

Il nodo libico, per chi si occupa di rifugiati, è solo la punta di un iceberg le cui dimensioni non sono mai state così enormi: "Il numero ha ormai raggiunto i 70 milioni di unità - spiega Grandi - una cifra mai così alta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale".

Eppure, la dotazione economica a disposizione dell'Unhcr è di circa 3,5-4 miliardi l'anno, "per occuparsi di operazioni spesso costosissime perché si svolgono in aree di conflitto", ricorda l'Alto Commissario. Se lo sguardo si allarga a tutte le agenzie per gli interventi umanitari "la spesa è di circa 20-22 miliardi di euro l'anno, cifra irrisoria se paragonata a qualsiasi voce dei bilanci degli Stati, ad esempio, per le spese militari. Nel caso dell'Unhcr peraltro, si tratta di contributi volontari da parte degli Stati". Il pericolo che quindi i venti populisti e xenofobi che spirano in molti Stati ricchi riducano i fondi è reale.