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ansamed.info, 28 maggio 2019

 

Dopo aperture Ankara a leader Pkk, protesta di 3 mila detenuti. Si è concluso dopo oltre sei mesi in Turchia lo sciopero della fame di circa tremila detenuti contro l'isolamento in carcere del leader del Pkk curdo Abdullah Ocalan. Lo ha annunciato la deputata dell'Hdp Leyla Guven, diventata un simbolo della protesta, che era giunta a 200 giorni di digiuno.

La decisione è giunta su sollecitazione dello stesso Ocalan, dopo che il governo di Ankara gli ha permesso nell'ultimo mese di incontrare due volte i suoi legali, che non vedeva dal 2011, e ha assicurato che potrà ricevere visite regolari degli avvocati nell'isola-prigione di Imrali sul mar di Marmara, dove è detenuto da vent'anni. "La nostra resistenza con lo sciopero della fame ha raggiunto il suo scopo. Ma la nostra lotta contro l'isolamento e per la pace sociale continuerà in tutti i campi", ha spiegato Guven in una nota.

Dopo l'incontro con gli avvocati, Ocalan aveva anche lanciato un appello per un ritorno a un "metodo di negoziazione democratico", suggerendo la necessità di "prendere in considerazione" le "sensibilità" della Turchia nella regione, incluso in Siria. Secondo alcuni analisti, l'apertura a sorpresa verso "Apo" del governo di Recep Tayyip Erdogan sarebbe legata al tentativo di recuperare il consenso dell'elettorato curdo in vista della ripetizione del cruciale voto per l'elezione del sindaco di Istanbul del 23 giugno, dopo l'annullamento della vittoria del candidato dell'opposizione Ekrem Imamoglu.