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L’Unione Sarda, 3 gennaio 2011

 

Meno male che sono governi amici: Stato e Regione non sono ancora riusciti a raggiungere l’intesa per il passaggio delle competenze in materia di assistenza medica penitenziaria. “Tutto è pronto, manca solo la firma”, avevano detto dalla Commissione paritetica. Non è così. Quell’accordo è bloccato perché manca la firma della Presidenza del consiglio.
Non è solo un problema burocratico: tra poco, come in un film già visto, i direttori degli istituti di pena dell’Isola (anche minorili) non avranno più un centesimo da spendere per le cure dei reclusi. Da sabato, intanto, tutti gli internati sardi negli ospedali psichiatrici della Penisola sono a carico della Regione, compresi gli ergastoli bianchi, ex detenuti malati di mente che nonostante abbiano scontato la pena sono ancora rinchiusi “in fogne”, come denuncia il senatore del Pdl Michele Saccomanno, primo firmatario dell’ordine del giorno approvato da Berlusconi il giorno della fiducia al Governo. C’è da capire a chi fa comodo questa palude. Di sicuro non a medici, infermieri e reclusi.
Anna Maria Busia è una componente della Commissione paritetica che ha elaborato il passaggio di consegne fermo al palo. “Il provvedimento è passato sotto la lente del Preconsiglio che ha dato l’ok. Ora è fermo in attesa che Berlusconi o Letta lo firmino”, dice con tono sconsolato. Perché i nostri parlamentari non riescono a smuovere le acque: disinteresse o scarso peso politico? “Il mancato passaggio della Sanità penitenziaria dallo Stato alla Regione - avverte Anna Maria Busia - da lunedì scorso riguarda anche la Giustizia minorile: il Ministero ha chiuso il rubinetto delle sovvenzioni”.
Dal primo gennaio la Regione avrebbe dovuto accogliere in strutture specializzate isolane i 50 reclusi nei manicomi psichiatrici giudiziari. In attesa che si concretizzino le proposte dell’assessore regionale Antonello Liori (“tre strutture alternative agli Opg, che abbiano non più di 16 posti ciascuna, con moduli distinti di sorveglianza”), i costi sono da capogiro: 200 euro al giorno per ciascuno. Quella che anche il senatore Saccomanno definisce “scandalosa” è la condizione di “9 malati psichiatrici ex detenuti, che nonostante abbiano scontato la pena sono ancora rinchiusi nelle fogne di Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino.
Sono malati che per motivi di sicurezza non possono tornare in libertà e devono essere presi in carico dalla Regione che sino a ora però non ha dato la sua disponibilità”, afferma il senatore. “Per farli tornare in Sardegna abbiamo a disposizione 250 mila euro, finanziamento più che sufficiente”. Saccomanno fissa i tempi. “Se entro fine gennaio i pazienti saranno nella stessa condizione, chiederò un’ordinanza che costringa la Regione a intervenire”.
Per il direttore dell’istituto di pena cagliaritano Gianfranco Pala l’emergenza è dietro l’angolo. “L’allarme non è ancora scattato, abbiamo risorse sufficienti ancora per alcune settimane”. Poi sarà costretto a firmare la copia esatta di una decisione presa a ottobre: chiusura del centro diagnostico - terapeutico (Cdt). Nei giorni successivi, vista la posizione irremovibile del ministero della Giustizia, l’assessore regionale alla Sanità aveva firmato un provvedimento tampone. Tradotto, soldi che ora stanno per finire. Soldi spesi non nel migliore dei modi per la mancanza di programmazione.